La madre di Noemi Durini, la 16enne di Specchio (Lecce) uccisa dal fidanzato reo confesso Luca Marzo, ha scritto una lettera pubblicata sul Corriere della Sera il 5 dicembre. Nella stessa, la donna ha espresso la propria disapprovazione in merito alla richiesta del giovane di lavorare fuori dal carcere sardo di Quartucciu, dove è detenuto. "L'ha seppellita viva, sotto un cumulo di pietre - ha commentato la donna - Trovo impensabile che possa avere diritto alla libertà, tramite permessi premio o ulteriori benefici".

L'omicidio di Noemi Durini

Il 3 settembre di tre anni fa, la 16enne fu uccisa dal proprio fidanzato a Castrignano del Capo, in provincia di Lecce.

Sulla base di quanto riportato dalla madre nel corso della lettera, l'uomo l'avrebbe picchiata, presa a sassate e accoltellata sul cranio. Successivamente l'avrebbe sepolta utilizzando delle pietre, mentre era ancora in vita. "A dimostrarlo, fu l'autopsia", ha sottolineato la signora, specificando che sul referto dall'esame autoptico si evince che la ragazza sarebbe deceduta a causa di "asfissia per compressione toracica", provocata appunto dal peso di quei massi sotto i quali fu rinvenuto il corpo.

La confessione del fidanzato della 16enne

Una decina di giorni dopo l'omicidio, Luca Marzo confessò di aver ucciso Noemi raccontando di averla colpita a seguito di un litigio e di averla sepolta. Nell'ottobre del 2018, il ragazzo fu condannato a 18 anni e nove mesi di carcere, sentenza confermata in appello a giugno dello scorso anno.

Adesso la madre della vittima ha ricordato che, al momento dell'omicidio, Luca Marzo aveva 17 anni, ma un paio di mesi dopo è diventato maggiorenne. Nonostante questo, i giudici l'avrebbero "giudicato come fosse un adolescente, con il procedimento minorile". La donna non riesce ancora ad accettare questo iter giudiziario, oltre al fatto che "questa persona possa essere libera anche per pochi istanti", perché si tratterebbe di un soggetto pericoloso per la società.

La madre descrive sua figlia Noemi

Nella sua lettera, la donna ha espresso tutto il proprio dolore per la perdita della figlia: "Aveva una vita davanti piena di sogni e progetti". Ha ricordato infatti che la 16enne amava la danza, la natura, la scuola e ambiva a diventare una psicologa, raccontando il futuro che Noemi sognava: appena terminate le superiori avrebbe voluto andare a vivere con sua sorella fuori Lecce, poi una volta sposata (con "l'abito bianco", ha precisato), avrebbe tanto voluto avere dei figli.

Noemi e tutti i suoi sogni, però, non ci sono più: "Una vita che lui ha spezzato e distrutto insieme a quella della mia famiglia e mia" ha affermato la donna, aggiungendo che Luca Marzo non le avrebbe mai neanche chiesto perdono. "Se vuole lavorare lo faccia nella sua cella", ha chiosato la donna rivolgendosi ai giudici e a tutti coloro che avranno modo di leggere le sue riflessioni.