Non si dà pace Michele, il papà di Cristian Sebastiano, trovato senza vita e a due passi dalla sua abitazione di San Rocco, quartiere popolare alla periferia di Monza. Ad ucciderlo sarebbero stati due minorenni, di 14 e 15 anni. Due ragazzini che Cristian, una vita segnata dalla tossicodipendenza, conosceva bene e frequentava. Mentre proseguono le indagini sul caso di Cronaca Nera, il padre del giovane, amareggiato, ha ricordato: "Il piccolo veniva spesso a mangiare da noi".

Il dolore del papà

Cristian viveva in via Fiume, a Monza. Domenica dopo pranzo, come ha ricordato il padre, è uscito a fare due passi.

Dalla finestra, lo ha visto dirigersi verso casa con in mano il telefonino e, all'improvviso, volgersi inspiegabilmente all'ingresso del numero civico 14. Poco dopo, il giovane è stato trovato agonizzante sotto i vicini portici. Qualcuno, sembra due ragazzini, lo ha aggredito e colpito con 20 fendenti.

"Hanno lo stesso vizio di mio figlio - ha affermato Michele - le sue stesse debolezze, con la differenza, però, che Cristian era un signore e questi sono due assassini". In riferimento a quanto dichiarato dai due giovanissimi imputati di fronte al procuratore dei Minori Ciro Cascone, ha sottolineato: "Non ha mai instradato nessuno alla dipendenza della cocaina".

Poi, riconoscendo i problemi del 42enne, ha aggiunto: "Lo sappiamo quello che era mio figlio, ma ora lui non deve diventare il tossico e lo spacciatore e loro le povere vittime".

I due adolescenti, sospettati di omicidio, cresciuti nel quartiere San Rocco, Michele li conosceva bene. Il più giovane, infatti, era stato più volte ospite a pranzo a casa sua. "Meriterebbero d'essere processati come adulti - ha affermato l'uomo che in questo momento non riesce a trovare spazio per il perdono - perché se solo penso che, essendo minorenni, tra pochi anni me li ritroverò fuori, io divento matto.

Sarebbe una cosa vergognosa. Lo spacciatore vende - ha concluso - ma chi assume, la cerca: funziona così e uno di loro due, a sua volta, già la rivendeva in stazione".

I due ragazzi fermati

I carabinieri della compagnia di Monza, coordinati dal capitano Pierpaolo Pinnelli e dal Tenente Alessandro Monti, sono al lavoro per ricostruire quanto accaduto domenica 29 novembre in via Fiume.

I due ragazzi fermati, dopo un lungo interrogatorio, sono crollati e hanno ammesso le loro responsabilità. Ancora da chiarire, però, il movente. Dietro la brutale aggressione (il 42enne è stato raggiunto da una ventina di fendenti) potrebbe esserci - come ipotizzato da MonzaToday - una rapina o uno scambio di droga finito male. Il 14enne, nato in Brianza da genitori mauriziani, studente all'Olivetti, davanti gli inquirenti ha dichiarato: 'Uscivo dal Sert e mi trovavo Cristian che mi vendeva la cocaina".

Il 15enne che era con lui, come ha riportato il Giorno, invece non risulterebbe schiavo della droga e non sarebbe seguito dai Servizi per le Tossicodipendenze. Il suo legale, sulla base di quanto appreso dalle carte, ha sostenuto che il ruolo del suo assistito è stato di "mero accompagnatore".

Dopo l'incriminazione dei due minorenni il fascicolo penale, aperto in un primo momento dalla pm della Procura di Monza Sara Mantovani, è passato alla Procura per i minorenni di Milano che, nelle prossime ore, chiederà la convalida dei due fermi e la conferma della misura di custodia cautelare in carcere. Il procuratore Ciro Cascone, che ora si occuperà del caso, ha commentato: "Due ragazzini già vittime e prigionieri delle sostanze".