Nandrolone, cocaina, marijuana e altre varie sostanze anabolizzanti, oltre che 13mila euro in contanti. Questo il frutto dell'operazione messa a segno lo scorso 6 febbraio (la notizia è uscita soltanto oggi) dai carabinieri del Nas di Cagliari che hanno arrestato due personal trainer: un sassarese di 42anni e un cagliaritano di 44. Sequestrando un ingente quantitativo di prodotti farmaceutici ad azione dopante. Insieme a loro, nella rete degli investigatori, sono finite anche altre cinque persone, denunciate, legate sempre al mondo delle palestre e del culturismo.
Per tutti e sette le accuse sono pesantissime: “traffico clandestino di farmaci con azione anabolizzante e stupefacente utilizzati per alterare le prestazioni agonistiche di chi ne faceva uso ma anche detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, si legge nel verbale messo nero su bianco dagli inquirenti. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari, con la collaborazione dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità dell'Arma e dei colleghi del comando provinciale di Cagliari, hanno avuto inizio nel 2020. I militari infatti avevano intercettato un carico di farmaci anabolizzanti, nelle disponibilità di un atleta che faceva parte del mondo del culturismo.
Lo sportivo – hanno accertato i carabinieri – aveva più volte utilizzato i farmaci illegali per alterare il suo stato fisico in diverse gare agonistiche.
Anabolizzanti e droga
Secondo quanto accertato dalle indagini eseguite dai carabinieri dei Nas e dei colleghi del comando provinciale i 7 indagati avevano messo in piedi un vero e proprio mercato di droga e anabolizzanti, che venivano commercializzati senza nessun titolo.
Il principale reato contestato dalla Procura infatti non è solo quello di aver venduto, in maniera del tutto illecita, le sostanze dopanti. Ma anche quello di aver prescritto – anche questa volta senza nessuna reale competenza – terapie mediche e programmi alimentari a numerosi atleti appartenenti al mondo del body building.
Per fare questo gli investigatori dei carabinieri per un lungo periodo hanno ricostruito il modo di operare della “banda”. Hanno infatti intercettato e pedinato per diverso tempo i sette indagati ed hanno scoperto che le sostanze dopanti, importate principalmente dall'estero in Italia, venivano commercializzate in tutta la Sardegna. Spesso poi venivano “passate” ad altri venditori che rifornivano atleti e sportivi che ne facevano uso soprattutto per migliorare le loro prestazione in particolare in manifestazioni sportive agonistiche.
Le perquisizioni e i sequestri
Nell'operazione messa a segno lo scorso 6 febbraio dagli investigatori dei carabinieri sono state sequestrate parecchie sostanze illegali.
In particolare 252 fiale di nandrolone, una sostanza altamente dopante e anche stupefacente. Ben 6.300 compresse di farmaci illegali, 110 grammi di marijuana, oltre che 10 grammi di cocaina e numeroso materiale utilizzato per tagliare e confezionare le sostanze stupefacenti. Nel complesso il valore delle sostanze sequestrate, una volte vendute nel mercato illegale, avrebbero potuto fruttare ben 85mila euro. Il fatto più grave – spiegano i carabinieri – è che tutte queste sostanze sequestrate, sia sul profilo medico che su quello psicologico, erano veramente devastanti per l'essere umano. “Insomma – assicurano gli inquirenti – erano in grado di alterare i regolari processi biologici dell'organismo creando gravi scompensi al fisico”.