Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa sabato 6 febbraio nella sua abitazione di via Corbara a Faenza (in provincia di Ravenna), forse conosceva il suo assassino. In queste ore gli inquirenti, pur non abbandonando, di fatto, alcuna pista, avrebbero escluso la rapina finita nel sangue. La Scientifica, infatti, non avrebbe riscontrato segni d'effrazione e, per questo, si ritiene che la donna abbia aperto spontaneamente la porta. Sul caso sta indagando la Squadra Mobile coordinata dal procuratore capo facente funzione Daniele Barberini e dal pm Angela Scorza.

Ilenia forse conosceva chi l'ha uccisa

Ilenia Fabbri è stata uccisa con un profondo taglio al collo. L'arma del delitto sarebbe un grosso coltello da cucina, già sequestrato dagli inquirenti. Ancora non ci sono certezze e non si è individuato alcun possibile movente. Tuttavia, sebbene, tutte le piste investigative siano ancora aperte, gli inquirenti ritengono che l'assassino possa essere una persona conosciuta dalla 46enne.

Dai primi rilievi della Scientifica, infatti, sarebbe emerso che Ilenia avrebbe fatto entrare il suo aggressore. Sulle finestre, rinvenute chiuse, e sulle porte esterne, infatti, non vi sarebbero segni d'effrazione. La donna, da quanto ricostruito, sarebbe stata assalita al piano superiore - dove sono state isolate diverse tracce di sangue.

Durante le perlustrazioni, però, non sono state rilevate impronte né all'interno né all'esterno dell'immobile.

Al momento dell'omicidio, in casa con Ilenia c'era un'amica della figlia ventenne. La giovane, che dopo aver sentito delle urla si sarebbe chiusa in camera per chiamare i soccorsi, avrebbe dichiarato di aver visto "una sagoma in fuga per le scale".

Il delitto in pochi minuti

In questi giorni, come da protocollo, sono stati ascoltati alcuni familiari e amici di Ilenia. Nessun nome, però, è stato ancora iscritto nel registro degli indagati. Le diverse versioni fornite dagli interrogati sarebbero state giudicate "coerenti" e attendibili.

Gli investigatori che stanno cercando di ricomporre le tessere del complicato mosaico sono convinti che il delitto si sia consumato in pochissimi minuti: tra i 7 e i 12.

Il procuratore capo facente funzione Daniele Barberini, alla stampa, ha spiegato che nella ricostruzione della dinamica dell'omicidio trenta secondi in meno o in più potrebbero fare la differenza.

La figlia era uscita di casa poco prima del delitto

Stando a quanto accertato finora, sabato mattina l'ex marito di Ilenia, avrebbe inviato un messaggino alla figlia dicendole che la stava aspettando, come d'accordo, sotto casa alle 05:57. Insieme sarebbero dovuti andare a Milano per ritirare un'auto. La ragazza era già pronta e dunque è immediatamente uscita di casa, lasciando la madre in camera da letto e, ovviamente, chiudendo a chiave la porta dell'appartamento.

Pochi minuti dopo, alle 06:06 mentre era già in autostrada con il padre, Arianna ha ricevuto la chiamata dell'amica che, spaventata, le diceva di aver sentito del trambusto e di temere la presenza di un ladro.

Una manciata di secondi dopo, quindi, la ragazza ha telefonato in Commissariato per chiedere l'intervento di una volante. Due minuti più tardi, stando ai tabulati, anche i vicini hanno chiamato il 118. Tuttavia, quando gli agenti hanno fatto irruzione nell'appartamento di via Corbara, poco prima delle 06:20, per Ilenia non c'era già più nulla da fare.