Arancione. La Sardegna rimarrà di questo colore almeno fino al 7 febbraio. Lo ha deciso oggi il presidente del Tar Sardegna, Dante D'Alessio. Il giudice amministrativo ha infatti respinto il “ricorso urgente” formulato dai legali della Regione Sardegna che si opponevano alla classificazione, effettuata dal ministero della Salute, per il periodo che andava dall'ultima settimana di gennaio fino alla prima di febbraio. La prossima udienza, per la valutazione collegiale chiesta dalla Regione, è stata fissata per il prossimo 17 febbraio. L'attuale ordinanza, firmata lo scorso 22 gennaio da Roberto Speranza, ministro della Salute, aveva riclassificato la Sardegna, imponendo misure ancora più restrittive per contenere la diffusione della Covid 19.

Il provvedimento, firmato oggi dal presidente del Tribunale amministrativo regionale, arriva con un decreto monocratico che si rifà all'urgente istanza presentata negli scorsi giorni dai legali della Regione Sardegna. Nelle carte firmate dal giudice del Tar si legge che “nella Regione Sardegna – in particolare nel periodo preso in considerazione – sono risultati gravemente peggiorati ben quattro importanti indicatori. Come la percentuale di occupazione dei posti letto in tutte le terapie intensive, la velocità di trasmissione dei dati, l'andamento dei focolai e anche l'incidenza dei casi ogni centomila abitanti”.

Nessun errore del ministero

Nel provvedimento messo nero su bianco e firmato dal presidente del Tribunale amministrativo della Sardegna sono spiegate passo per passo le motivazioni della decisione presa oggi.

Non c'è infatti stato nessun parametro o dato “sbagliato” ma nemmeno nessuna “valutazione immotivata dai tecnici del ministero”. La classificazione dell'alto rischio per l'Isola è “il frutto dell'applicazione di diversi criteri di valutazione elaborati principalmente da un algoritmo – si legge nelle carte – scelti essenzialmente per tenere sotto controllo l'andamento dell'epidemia”.

Insomma i tecnici del ministero hanno le idee chiare: “Nel periodo di rilevazione – sottolinea il giudice del Tar – sono peggiorati in maniera assoluta i quattro importanti indicatori segnalati prima.

Sempre nel periodo preso in considerazione dai tecnici i posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali della Sardegna erano aumentati del 31%.

Un punto di percentuale in più del limite consentito dall'ordinanza del ministero che indicava la soglia d'allerta al 30%. Questo dato infatti è migliorato solo nel periodo successivo arrivando a una soglia inferiore al 30%.

La valutazione del Tar

Secondo il Tribunale amministrativo della Sardegna la “classificazione del rischio è stata definita alta, con una probabilità di diffusione del virus moderato e un impatto molto alto. Per questo motivo – si legge nelle carte – la Regione Sardegna è stata classificata zona arancione. Insomma almeno fino al 7 febbraio l'Isola rimarrà di questo colore. Si potrà infatti ottenere una nuova classificazione in meglio solo dopo che “i parametri risultino positivi almeno in due report consecutivi, praticamente dopo due settimane consecutive”.

In parole povere la Sardegna potrà ritornare “gialla” solo ed esclusivamente se i suoi dati miglioreranno nei prossimi giorni e nei prossimi report. Un passaggio alla zona inferiore che potrà essere determinata dal ministero già dal 5 febbraio. Questa procedura, tra l'altro, è stata seguita dai tecnici del ministero per tutte le altre Regioni. “Soltanto per la Lombardia – si legge nelle carte - è stata effettuata un'anticipata variazione perché è stato dimostrato che i dati inviati al ministero erano sbagliati e quindi hanno portato a un'errata valutazione”.