Non è un mistero che l'evoluzione del virus e le sue possibili mutazioni regalino un po' di inquietudine. Oggi, però, è il momento di affidarsi ancora una volta alla scienza e iniziare a capire che tipo di futuro prossimo attende l'Italia e l'umanità. Un disegno di quelli che potrebbero essere gli scenari l'ha fatto Fabrizio Pregliasco. Il virologo dell'Università di Milano, nel corso della trasmissione Tagadà di La 7, ha spiegato il suo punto di vista.

Coronavirus, Pregliasco spiega come il vaccino avrà i suoi effetti sulla salute pubblica

Il primo dato è sicuramente un aspetto positivo.

"I modelli matematici - ha sottolineato - ci dicono che se raggiungiamo un 20-30% di popolazione vaccinata, andando a mirare i soggetti più fragili, dovremmo ottenere una riduzione del 30% delle ospedalizzazioni e un 70% della mortalità".

In sostanza anche con l'immunità di gregge lontana e con una campagna vaccinale che progredisce, si potrebbe comunque ottenere una prima significativa riduzione dei danni che l'epidemia da Coronavirus genera: ossia le morti e la pressione sui sistemi sanitari.

Ad oggi sui vaccini ci sono essenzialmente due problemi: uno legato alla disponibilità e l'altro alla possibilità che le nuove varianti possano, in qualche modo, inficiarne l'efficacia. "In questo momento - ha precisato Pregliasco - dobbiamo usare ciò che c'è e immaginare come è già previsto, anche delle nuove metodologie che permetteranno di fare questo più velocemente, un probabile richiamo della vaccinazione".

Poco dopo, il virologo ha avuto modo di specificare a cosa stesse alludendo. "Un terzo richiamo - ha dichiarato - con la variante, perché sarà un po' come l'influenza. Ogni anno vacciniamo per gli aggiornamenti del virus".

Uno scenario quello descritto sulla base del fatto che l'immunità di gregge, anche raggiunta in Italia e si spera al più presto, non cancellerà definitivamente la malattia.

E il motivo ha connotati legati all'evoluzione della Covid nel mondo.

Coronavirus, i possibili scenari secondo Pregliasco

"Se è vero - ha spiegato - che già in Europa ci stiamo guardando in cagnesco rispetto alle quote di vaccini che ci arrivano in pro quota, peggio è ancora la situazione nei paesi dove non hanno la possibilità di acquistarli".

Dunque avere la possibilità di produrre vaccini, anche qualora ne servissero di nuovi in un futuro, potrebbe essere un primo passo in avanti per mettersi al riparo da futuri problemi. "Sarà fondamentale - ha precisato il virologo - anche a livello italiano, come sembra si stia attuando, la possibilità che alcuni siti produttivi italiani possano su licenza utilizzare le metodologie di produzione. Questo è fondamentale per avere disponibilità nostra e per incrementare la quantità di vaccini disponibili". Le contromisure della scienza contro le varianti sembrano perciò pronte, l'obiettivo, come Pregliasco ha sottolineato, è farsi trovare pronti.