Nella giornata di mercoledì 10 marzo i carabinieri di Carpenedolo (Brescia) e il Nucleo ispettorato del lavoro hanno scoperto all'interno di un'azienda di prefabbricati il mancato rispetto delle normative vigenti in materia anti-Covid e la presenza di due persone positive al Coronavirus. I militari si erano recati in loco per effettuare un controllo casuale e mai si sarebbero potuti immaginare che la piccola azienda del bresciano manifestasse una totale incuria nei confronti delle obbligatorie normative di sicurezza varate dal governo per la riapertura dei poli manifatturieri nazionali.

Due dei setti dipendenti sono stati trovati senza mascherina e, all'interno dell'azienda, non veniva neanche rispettato il distanziamento sociale. Ma non è tutto: l'imprenditore capo e la nuora, assunta come segretaria contabile, erano al lavoro nonostante fossero in regime di quarantena forzata per essere risultati positivi al coronavirus in seguito al tampone molecolare.

I militari hanno sporto denuncia nei confronti dell'imprenditore e della segretaria che ora dovranno pagare una sanzione amministrativa di 1.500 euro per non aver rispettato le norme di sicurezza in materia di Covid. I carabinieri hanno anche disposto la chiusura dell'azienda e ora toccherà al Prefetto di Brescia decidere il da farsi.

La situazione Covid nel bresciano

La vicenda si è svolta in una delle città più colpite dalla terza ondata della pandemia; secondo gli ultimi dati Brescia è uno dei capoluoghi nazionali [VIDEO] in cui le nuove varianti di coronavirus stanno assestando i colpi più forti. Il primario della terapia intensiva della Poliambulanza bresciana Giuseppe Natalini ha recentemente dichiarato che l'età media dei pazienti intubati si aggiri intorno ai 55 anni, quasi dieci anni in meno rispetto all'età che avevano i degenti della seconda ondata.

Nella struttura si trova ricoverato anche il paziente più giovane della provincia, un ragazzo di 19 anni che versa in condizioni gravi. Il Civile, primo ospedale di Brescia, ha rilasciato nella giornata di giovedì 11 marzo un bollettino allarmante: dei 462 pazienti ricoverati per Covid, 37 si trovano in terapia intensiva.

I nosocomi della provincia hanno raggiunto una saturazione del 90% e, per questo, è stato necessario disporre il trasferimento dei pazienti meno gravi in altri ospedali della Lombardia onde evitare il collasso delle strutture ospedaliere.

Infine, i numeri dicono che la Lombardia è una delle regioni italiane in cui le varianti inglesi del coronavirus sono maggiormente esplose e il solo capoluogo bresciano presenta l'80% dei casi a oggi accertati.