Fiumi di cocaina che finivano nelle tasche di imprenditori, professionisti ma anche di giovanissimi della “Cagliari bene”. Una rete di spaccio che permetteva alle tre persone arrestate di vivere nel lusso e nell’ostentazione. Al punto da – secondo i carabinieri - investire il denaro guadagnato dallo spaccio in attività commerciali regolari, utilizzate per riciclare migliaia e migliaia di euro. Questa mattina, 23 marzo, sono finite in manette tre persone: i fratelli Simone e Danilo Spiga, rispettivamente di 23 e 30 anni, cagliaritani e ufficialmente imprenditori, e Erika Valentini, 27 anni, di Cagliari, impiegata e fidanzata di Danilo.

Per tutti loro l’accusa è di traffico di sostanze stupefacenti e autoriciclaggio. Nell’operazione è finito anche il padre 59enne dei fratelli Spiga, accusato di favoreggiamento. Il campanello d’allarme che ha fatto scattare l’operazione, denominata dai carabinieri “Good Life”, è nata da una serie di accertamenti patrimoniali effettuati nei confronti della banda. Il tenore di vita infatti non era giustificato con il reddito dichiarato e tutto questo ha fatto scattare il sequestro di beni mobili e immobili a loro intestati.

Operazione 'Good Life'

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari, il terzetto aveva messo in piedi un redditizio traffico di droga.

Soprattutto cocaina che veniva consegnata anche a domicilio ma in particolare in luoghi prestabiliti tra Cagliari ed Elmas. Uno dei punti d’incontro per lo spaccio – secondo i carabinieri - era anche un autolavaggio di Elmas, di proprietà dei fratelli Spiga. Messo in piedi, secondo gli inquirenti, con i soldi della droga. Tantissimo denaro.

Si parla anche di decine di migliaia di euro anche in un solo mese che il terzetto utilizzava senza badare a spese. Gli investigatori dei carabinieri hanno sequestrato anche diversi orologi di lusso, automobili, moto, conti correnti e 70mila euro in contanti recuperati all’interno dell’abitazione del padre degli Spiga e di Erika Valentini, che ufficialmente lavorava come impiegata.

Vita nel lusso

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori i fratelli Spiga, per riciclare l’enorme mole di denaro “sporco”, avevano messo in piedi una ditta individuale che si occupava essenzialmente di gestire l’autolavaggio ad Elmas e anche una società che si occupava di noleggio e commercio di automobili. Fiumi di soldi che erano stati utilizzati – stando alle indagini – anche per fondare un’associazione dilettantistica sportiva. Società che aveva preso in affitto dei locali a Cagliari, in via Macchiavelli, dove i tre stavano realizzando una palestra. I due fratelli avevano già acquistato tutte le attrezzature necessarie e avevano già speso migliaia di euro. Tutte le attività del sodalizio - come appunto prevede la legge - sono state sequestrate, così come i beni immobili e mobili in loro possesso.

Il reato di autoriciclaggio, che consiste nel reimpiegare denaro "sporco" in proprie attività lecite, ha permesso al gip infatti di confiscare tutte le loro proprietà messe in piedi con i soldi ricavati soprattutto dalla vendita della droga.