Anche l'attrice Eva Grimaldi è stata sentita dai pm di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del produttore tv Teodosio Losito. Nato a Milano nel 1965, lo sceneggiatore di fiction Mediaset, è stato rinvenuto senza vita l'8 gennaio 2019 nella sua abitazione alle porte di Roma. La Procura capitolina - che si sta occupando del caso di Cronaca Nera - ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Gli inquirenti, da quanto si apprende, sono intenzionati a ricostruire anche le dinamiche che avrebbero portato al fallimento della Ares, la società fondata da Losito in accordo con il compagno Alberto Tarallo.

Eva Grimaldi sentita in Procura

Nel settembre 2020, durante il GF Vip, l'attrice Rosalinda Cannavò, nota anche con lo pseudonimo di Adua Del Vesco, durante una chiacchierata notturna con il collega Massimiliano Morra, aveva affermato che un "certo Teo", loro amico comune, fosse stato indotto da terze persone a togliersi la vita. I due gieffini, poi, ripercorrendo il periodo in cui avevano lavorato per la Ares, avevano sottolineato che vi si respirava un clima molto pesante, "praticamente da setta". In seguito alle dichiarazioni e allusioni della Del Vesco e di Morra, i familiari di Losito hanno presentato un esposto ai pm e chiesto di far chiarezza sulla morte del loro congiunto.

Così, nella giornata di ieri, giovedì 18 marzo, Eva Grimaldi, nome d'arte di Milva Perinoni, è stata convocata in Procura, a Roma, dal pm Carlo Villani.

L'attrice veneta è stata ascoltata come "persona informata sui fatti" in quanto, come è noto, lavorò a lungo con la casa di produzione Ares e, in una fase della sua lunga carriera, fu seguita proprio da Teodosio Losito e da Alberto Tarallo.

Stando a quanto si apprende, l'atto istruttorio, iniziato alle 11:00 del mattino, si è protratto per circa sei ore.

Non sono stati divulgati, tuttavia, i dettagli relativi al contenuto dell'audizione. La Grimaldi, in più di un'occasione, si era definita "sconvolta" per la tragica morte di Losito e, in alcune interviste, aveva dichiarato che, quando collaborava con la Ares, era tenuta a rispettare regole molto rigide, anche dal punto di vista alimentare.

L'Ares sotto la lente degli inquirenti

Gli inquirenti, attraverso le ricostruzioni fornite dai diversi attori legati a Losito e Tarallo, punterebbero a definire il clima che si respirava all'interno della Ares. Sembrerebbe, infatti, che la casa di produzione vicina a Mediaset avesse un preciso sistema di lavoro in cui niente - neppure una semplice comparsata tv - veniva lasciato al caso.

Il pm, però, vorrebbe anche chiarire le dinamiche che hanno portato al tracollo della società. La Ares, infatti, controllata al 65% da Tarallo, al 30% dalla Armonia Di Floriana Fiaschetti Sas (azienda che si occupa di servizi di consulenza nel settore del marketing) e per il restante 5% da Rti (Reti televisive italiane Spa, società del gruppo Mediaset) nel febbraio 2020 ha dichiarato fallimento per circa un milione e mezzo di debiti, suddivisi tra tre diversi creditori.

Una cifra importante, ma tutto sommato irrisoria se la si raffronta alla compagine sociale e ai flussi di denaro che si muovevano intorno alle produzioni. Il gruppo, al momento, non sarebbe stato ancora liquidato.

La Guardia di Finanza, da quanto si apprende, non avrebbe effettuando solo controlli e verifiche sui conti e sui bilanci, ma starebbe cercando anche di capire se i problemi economici del gruppo fossero di dominio pubblico e se Losito, amministratore di fatto della società, subisse una qualche pressione nella gestione. Gli inquirenti non escludono che il fallimento sia stato deciso.