Da lunedì 29 marzo la Regione Toscana torna rossa, almeno fino a domenica 6 aprile, dopo aver raggiunto quota 251 casi ogni 100mila abitanti. Le chiusure chirurgiche che da settimane riguardano le province di Prato, Pistoia, Arezzo, Grosseto e Siena non sono bastate. Non è d'accordo il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi che scrive su Facebook: "A Pistoia, dopo l'adozione delle massime restrizioni in ambito provinciale, i positivi sono calati a 235 per 100 mila abitanti nella media a sette giorni. E quindi si trovano al di sotto della soglia critica dei 250 casi".

Il ricalcolo dell’Istituto Superiore della Sanità fa finire la Toscana in zona rossa

Inizialmente sembrava che la Toscana sarebbe riuscita a salvarsi per la settima settimana consecutiva dal 14 febbraio, con i dati che dal 19 al 25 marzo registravano 247,8 casi su 100mila abitanti. Il presidente Eugenio Giani aveva anche rassicurato i suoi concittadini della permanenza in zona arancione per la settimana di Pasqua. Ma il riconteggio dei dati effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità in seguito a un errore commesso dalla provincia di Prato, ha corretto il numero dei contagi da 248 a 251. Solo un punto sopra il limite massimo stabilito dal decreto legge del Ministero della Salute, che pone l’asticella sui 250 casi ogni 100mila abitanti in una settimana.

“Ho preferito l’assoluta trasparenza” ha dichiarato Giani di fronte all’esito fornito dal riconteggio dei dati.

La provincia di Pistoia rossa da un mese

Il cambio di colore della Toscana da arancione a rosso rappresenta uno schiaffo morale per diverse sue province, in particolare per Pistoia, in lockdown da un mese e costretta a vedersi chiusa per l’ennesima settimana consecutiva nonostante i dati la pongano ampiamente al di sotto della soglia imposta dal decreto legge, con 235 casi registrati su 250.

Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha dichiarato di non poter accettare una decisione del genere. “Eugenio Giani diceva che avrebbe diversificato le zone anche all’interno della nostra provincia, ora scoprono che c’è stato un errore nel conteggio e finiamo tutti in zona rossa” continua Tomasi, “le aziende sono allo stremo”.

Pistoia è solo una delle innumerevoli province toscane già rosse da diverse settimane, insieme ad Arezzo, Prato, Grosseto e Siena, con un totale di 97 comuni rossi su 273 complessivi. Arginare i singoli comuni e province pur di non mettere in lockdown un’intera regione non ha quindi funzionato. La regione è rimasta sul filo del rasoio per settimane fino a quanto un pasticcio clamoroso con i dati non ha ufficializzato qualcosa che sembrava inevitabile, presto o tardi.

Cosa sarà possibile fare nella Toscana rossa da lunedì 29 marzo?

Per quanto riguarda il settore dell’istruzione, gli studenti dovranno rimanere tutti a casa, dall’asilo alla quinta superiore. Dalla prima elementare all’università le lezioni saranno effettuate in Dad (Didattica a distanza).

Le visite a parenti e amici sono state ufficialmente abolite, quindi vietate, con l’unica eccezione dei giorni 3, 4 e 5 aprile, in concomitanza con le festività pasquali. Gli spostamenti all’interno del proprio comune saranno vietati tranne che per recarsi presso gli esercizi di prima necessità (come farmacie e supermercati), mentre in caso di salute, lavoro o necessità si potrà uscire dal proprio comune.

Si potrà fare attività fisica e portare fuori il cane solo nei pressi della propria abitazione, seppur da soli. Sarà possibile, invece, recarsi a messa, sempre all’interno del proprio comune. Il rientro presso il proprio domicilio o residenza è sempre garantito. Ristoranti ed enoteche avranno la possibilità di asporto dalle 18 alle ore 22, mentre i bar potranno restare aperti solo per asporto fino alle ore 18. La consegna a domicilio sarà permessa. Tutte le attività rientranti nei servizi alla persona resteranno chiusi. Inclusi quindi, parrucchieri ed estetisti.