In un lungo articolo di Gianluigi Nuzzi sull’edizione cartacea del quotidiano La Stampa, ripreso da numerosi mezzi di comunicazione, sono apparsi ampi stralci dei verbali con le testimonianze relative al caso della giovane che sarebbe stata vittima di abusi di gruppo da parte di Ciro, il figlio di Beppe Grillo, e altri tre amici del ragazzo, nella villa di proprietà del comico a Porto Cervo in Sardegna, il 17 luglio 2019. Protagonista della vicenda è una ragazza italo-svedese che all’epoca dei fatti aveva 19 anni: quell’anno stava trascorrendo in Gallura le vacanze estive insieme a un’amica, presso una struttura ricettiva di Palau.

La sera del 16 luglio le due giovani si sono recate al Billionaire per incontrare tre compagni di scuola milanesi. Durante la serata in discoteca hanno fatto conoscenza con i quattro ragazzi genovesi, che avevano un tavolo prenotato nel locale: hanno ballato insieme, bevendo qualcosa, e a un certo punto sarebbe scappato anche un bacio tra Ciro Grillo e la 19enne.

Dopo la discoteca, all’alba la comitiva si era trasferita nella villa di Grillo

All’alba del 17 luglio, dopo aver salutato gli amici di Milano, le ragazze avrebbero seguito il gruppo dei genovesi a casa di Ciro Grillo: dai verbali risulterebbe che, durante il tragitto in taxi, la 19enne avrebbe messo un piede tra le gambe di uno dei giovani; ma la vittima ha ribadito con fermezza che quel gesto non era stato intenzionale, né tantomeno un segnale di disponibilità.

Arrivati nella villetta il gruppo ha preparato degli spaghetti, continuando a bere. Quando l’amica della italo-svedese si è addormentata, sarebbero cominciati gli approcci pesanti della comitiva. In particolare uno dei ragazzi, dopo averla accompagnata in camera da letto, si sarebbe fermato con lei e l’avrebbe costretta a subire un rapporto completo, mentre gli altri amici sarebbero rimasti sull’uscio della porta, impedendone di fatto l’uscita, a ridere e commentare.

La 19enne si sarebbe rifugiata in bagno e in quella stanza avrebbe subito ulteriori violenze dallo stesso giovane, all’interno del box doccia.

Gli abusi di gruppo che Ciro Grillo avrebbe commesso insieme agli amici

La ragazza a quel punto avrebbe cercato di svegliare l’amica, ma il branco l’avrebbe obbligata a bere ancora della vodka e poi a subire una serie di abusi da parte del gruppo, fino a quando la vittima delle violenze non avrebbe perso i sensi.

Verso le 14:45 del pomeriggio, quando l’amica della 19enne si è finalmente svegliata, ancora intontita dall’alcol, ha trovato la compagna in lacrime. La giovane nella sua deposizione ha descritto la scena particolare di quei momenti, con l’italo-svedese paralizzata dal terrore e i ragazzi tutti in silenzio. A quel punto, dopo averle fatte rivestire, Ciro Grillo e un amico hanno accompagnato le due fino ad Arzachena, dove le hanno lasciate; la coppia di amiche ha quindi preso un taxi per tornare in albergo.

La ragazza non ha raccontato subito ai genitori quello che era accaduto nella villa di Grillo

Dai verbali sono emersi ulteriori particolari su quelle ore drammatiche, come l’intenzione della 19enne di correre in farmacia per acquistare la pillola del giorno dopo, dato che nessuno dei ragazzi avrebbe usato le dovute precauzioni con lei.

Nel pomeriggio di quel 17 luglio – come riferito anche da Beppe Grillo nel suo celebre video in difesa del figlio, oggetto di numerose polemiche – la giovane ha partecipato a una lezione già fissata di kite surfing a Porto Pollo. A tal proposito l’istruttore, sentito dagli inquirenti, avrebbe dichiarato di averla trovata “molto turbata” e di aver intuito che le fosse accaduto qualcosa di brutto. Due giorni dopo questa vicenda sono arrivati in Sardegna i genitori della ragazza che, dopo essere rimasta per qualche tempo in silenzio, ha raccontato in lacrime alla madre delle violenze che avrebbe subito. Nelle stesse ore Ciro Grillo e gli amici si sono mandati attraverso Whatsapp una serie di messaggi – poi finiti nell’inchiesta – in cui esprimevano il timore di essere denunciati per l’accaduto.