La procura di Bolzano, nelle scorse ore, ha chiesto l'archiviazione per Martina, la giovane donna residente ad Ora, piccolo centro alle porte del capoluogo altoatesino, che aveva trascorso con Benno Neumair la notte tra lunedì 4 e martedì 5 gennaio. La ragazza, nei mesi scorsi indagata per favoreggiamento, secondo quanto emerso dall'attività investigativa sarebbe completamente all'oscuro dell'omicidio commesso, solo poche ore prima, dal supplente trentenne. Del caso di Cronaca Nera si sta occupando la Gip Carla Scheidle, in collaborazione con i pm Igor Secco e Federica Iovene.

L'amica di Benno all'oscuro del delitto

La posizione di Martina, come richiesto dalla procura, potrebbe essere presto archiviata. Secondo le indagini dei pm, infatti, la giovane sarebbe stata completamente all'oscuro dell'omicidio commesso da Benno nel pomeriggio del 4 gennaio. Secondo la perizia biologica eseguita, infatti, avrebbe lavato gli abiti dell'amico in assoluta buona fede, in quanto sui vestiti non c'era, come sostenuto anche da lei stessa, alcuna traccia di sangue. Nelle prossime settimane sarà la Giudice per le indagini preliminari Scheidle a decidere se accogliere o meno l'istanza di archiviazione.

Lo scorso 24 gennaio, Martina, commessa di origine argentina, era stata iscritta sul registro degli indagati dalla procura di Bolzano.

L'ipotesi di accusa formulata a suo carico era quella di favoreggiamento. La donna, infatti, aveva trascorso la notte tra il 4 ed il 5 gennaio in compagnia di Benno Neumair e, in quell'occasione, senza farsi troppe domande, aveva lavato in lavatrice diversi abiti del giovane. Nello specifico si trattava di tre diverse t-shirt, una maglietta tipo polo, un paio di jeans, una felpa grigia col cappuccio ed un paio di calzini sportivi.

Tuttavia, quando gli inquirenti si presentarono alla sua porta, non fece menzione dei vestiti e li consegnò solo il giorno seguente.

Il delitto dei coniugi Neumair

Benno Neumair si trova rinchiuso nel carcere di Bolzano dal 29 gennaio scorso. Il giovane, in seguito al ritrovamento del resti della madre Laura Perselli, 68 anni, ha ammesso di aver ucciso i genitori e di aver gettato i loro corpi nel fiume Adige, all'altezza di Vadena.

Stando al racconto del giovane, lunedì 4 gennaio Benno si trovava a casa, nella villetta di via Castel Roncolo, con il papà Peter Neumair, insegnante di liceo ormai in pensione. Ad un certo punto, avrebbero iniziato a litigare per motivi banali. Tuttavia, presto i toni si sarebbero alzati e - sempre stando a quanto ricostruito dal trentenne - quando il padre gli avrebbe dato del fallito, lui l'avrebbe aggredito ed ucciso con un cordino d'arrampicata. Poco dopo, quando era rientrata la madre, senza neppure dirle una parola, l'aveva a sua volta assalita e strangolata.

Benno Neumaiir, come confermato anche nei giorni scorsi, verrà sottoposto a perizia psichiatrica - volta ad accertare la sua capacità di intendere e di volere -, ma non a perizia genetica.

Giovedì 13 maggio, infatti, con un'apposita udienza il Gip avrebbe dovuto conferire formalmente al genetista Emiliano Giardina l'incarico di effettuare, su richiesta della difesa, una perizia di tipo biologico-genetico volta ad individuare l'eventuale presenza di "geni di fragilità". Tuttavia, i legali di Benno hanno contestato la scelta del perito e si è deciso di annullare l'esame.