Non riesce a darsi pace Barbara, la mamma di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina uccisa, all'età di 16 anni, nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2019.

Ieri, sabato 19 giugno, i giudici della Terza Corte d’Assise di Roma hanno condannato tutti e quattro i pusher che hanno abusato di lei e l'hanno lasciata morire, in uno stabile fatiscente di San Lorenzo.

Due ergastoli e due condanne a 27 e a 24 anni e 6 mesi di reclusione. Questa la sentenza emessa che, però, ha lasciato l'amaro in bocca alla madre, che si è detta molto arrabbiata.

Uno degli accusati, infatti, era stato rimesso in libertà per un cavillo. Tuttavia, nelle scorse ore, l'uomo è stato raggiunto, su richiesta della Procura, da una nuova misura per l'accusa di omicidio.

Condannati gli assassini di Desirée

Alle ore 23 di ieri, dopo diverse ore di camera di consiglio nell'aula bunker della casa circondariale di Rebibbia, i giudici della Terza Corte d'Assise di Roma, hanno pronunciato l'atteso verdetto nei confronti di Mamadou Gara, linno Chima, Yussef Salia e Brian Minthe, i quattro uomini accusati a vario titolo di cessione di stupefacenti a minori, omicidio volontario e violenza sessuale nei confronti di Desirée Marottini.

Gara e Salia sono stati condannati all'ergastolo, China dovrà scontare 27 anni di carcere, mentre per Minthe si è stabilito una pena di 24 anni e 6 mesi.

Quest'ultimo, inizialmente era stato rimesso in libertà, in quanto all'epoca dell'arresto, il Riesame aveva deciso di annullare la sua misura in relazione al delitto mantenendo, però, per l'accusa di violenza sessuale. Per questo reato, l'uomo, è stato assolto nella giornata di ieri. Il pm Stefano Piazza, che ha coordinato le indagini sul caso di cronaca nera, aveva chiesto il massimo della pena per tutti e quattro gli imputati.

L'omicidio di Desirée, nell'autunno di tre anni fa, aveva sconvolto l'intera Italia. La sedicenne, infatti, è stata stordita con un cocktail di stupefacenti, abusata ripetutamente e poi lasciata morire su una brandina in un edificio occupato di via dei Lucani, nel quartiere romano di San Lorenzo.

La mamma di Desirée: 'Non ho avuto giustizia'

In aula, ad attendere la sentenza, c'era anche Barbara, la mamma di Desirée, accompagnata da parenti, amici e semplici conoscenti che, in questi anni, hanno chiesto giustizia e verità per la ragazzina. La donna, con addosso una t-shirt bianca raffigurante il volto della figlia, ha commentato amara: "Non ho avuto giustizia". "Uno degli assassini è libero - ha dichiarato poi facendo riferimento all'uscita provvisoria dal carcere di Minthe - Non me lo spiego. Sono molto delusa".

"Sono molto arrabbiata - ha poi ripreso Barbara Mariottini - Era una bambina di 16 anni e l'hanno lasciata morire dopo quattro ore di agonia”. La donna ha voluto precisare che si attendeva quattro ergastoli e per questo non si è detta soddisfatta di questa sentenza. "Non ho avuto giustizia”, ha ribadito.

Alla lettura della sentenza, in aula, una donna, dando sfogo alla sua frustrazione, ha urlato "Maledetti, possiate bruciare all'inferno”,