Nella provincia di Treviso, era molto nota per la sua attività di stilista eclettica e per il lavoro nel settore dell'abbigliamento, oltre che di promotrice di eventi e di consulente di immagine. Sono in tanti a essere increduli per la morte improvvisa della 37enne Isabella Bandiera che si è tolta la vita sabato scorso nella sua casa di Crocetta di Montello. La donna non avrebbe sopportato il peso di accuse pesantissime: avrebbe dilapidato il patrimonio della madre malata che ammontava a 1,6 milioni di euro.

Treviso, indagine della Guardia di Finanza

Isabella Bandiera era stata denunciata per peculato dopo un'indagine della Guardia di Finanza di Treviso.

Era stata accusata di essere l'artefice di un raggiro di 1,6 milioni di euro ai danni di sua madre, ricoverata in una casa di cura, in stato vegetativo permanente dal 2009 dopo un grave incidente stradale, e perciò non in grado di gestire i propri beni.

In qualità di amministratrice di sostegno della genitrice, avrebbe dilapidato il patrimonio che era costituito quasi interamente proprio dal cospicuo risarcimento assicurativo a seguito dell'incidente, pari a 1,3 milioni di euro. La figlia avrebbe fatto investimenti illeciti in titoli, operazioni finanziarie su conti all'estero, oltre a bonifici in proprio favore, prelevamenti bancomat non giustificati, avrebbe sostenuto spese per viaggi, alberghi, abbigliamento, profumeria, ristoranti.

Ci sarebbero stati trasferimenti bancari su altri conti, così da occultare le tracce del patrimonio sottratto alla madre. L'indagine della Guardia di Finanza aveva preso avvio dopo che il Giudice Tutelare del Tribunale di Treviso aveva nominato un nuovo amministratore di sostegno per aver riscontrato anomalie nella gestione del patrimonio materno da parte della figlia.

Isabella Bandiera non avrebbe presentato la relazione periodica sullo stato di salute della madre, e il rendiconto delle spese sostenute per l'anziana invalida.

Secondo finanzieri trevigiani le manovre fraudolente ai danni della madre sarebbero iniziate dal 2011 e continuate fino al 2019. Per questo motivo, concluse le attività investigative, il Pubblico Ministero ha chiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari il sequestro preventivo dei beni dell’indagata: la casa in cui abitava, una partecipazione societaria e la liquidità bancaria ancora disponibile sui conti correnti.

La scorsa settimana, dopo questa pesantissima svolta, la donna, è stata trovata impiccata. Avrebbe scelto di uccidersi,, causa di una insostenibile pressione emotiva, forse per la paura di affrontare il giudizio davanti a un tribunale e quello della gente. I funerali si sono svolti oggi, 12 giugno, a Crocetta del Montello.

Punti di vista discordanti

Secondo amici stretti, la donna non avrebbe sperperato i soldi del risarcimento della madre, ma avrebbe fatto investimenti. In un biglietto lasciato al suo avvocato, ci sarebbe la risposta alle domande che parenti e amici increduli si pongono su questo finale inaspettato e doloroso. Molti, invece, ritengono che all'origine del gesto ci sia stata proprio l'accusa per la quale era indagata dalla Procura.

Un libro 'testamento'

Isabella Bandiera aveva pubblicato sei mesi fa un libro dal titolo Dietro al mio sorriso, elaborato a quattro mani con lo scrittore Carlo Brusadin. Nel testo racconta della sua difficile infanzia e di abusi subiti. A chi l'ha conosciuta, ora quello scritto appare come un libro testamento. Nella prefazione, la stilista annuncia di voler scrivere per se stessa, innanzitutto, ma anche per offrire agli altri il suo vero volto e far vedere cosa nasconda il suo sorriso raggiante. Annuncia di voler lasciare una traccia, invitare altri a riflettere affinché non ripetano i suoi errori di vita. Sostiene di scrivere un'autobiografia anche per liberarsi dei suoi mostri, troppo a lungo riposti in un cassetto.

Sei anni fa, a Treviso è stato creato un Tavolo provinciale per la prevenzione dei gesti suicidali: Luigi Colusso psicoterapeuta che da anni si occupa di prevenzione dei suicidi, ha detto che dopo questo tragico evento il Tavolo provinciale debba fare sentire la sua voce, promuovendo una riflessione congiunta. Deve essere organizzata a breve una tavola rotonda, che riunisca operatori della giustizia, media, ordini professionali, forze di polizia. Per lo specialista della salute mentale, occorre maggiore sensibilità anche verso chi può aver sbagliato e che potrebbe avere un bagaglio esistenziale complicato e assai pesante. "Penso anche a quelli che non si suicidano, ma hanno la vita rovinata”.