"Chiedo scusa alla famiglia della dottoressa Sara Pedri". L’assessore alla Salute della provincia autonoma di Trento, Stefania Segnana (Lega Nord), a margine del Consiglio provinciale straordinario ha ammesso di aver sbagliato a definire "fragile" la ginecologa 32enne scomparsa da Cles (centro della val di Non, in provincia di Trento) lo scorso 4 marzo. La giovane, che da novembre 2020 prestava servizio all'ospedale Santa Chiara sarebbe stata vittima di mobbing. Del caso di Cronaca Nera si è interessato anche l'attuale ministro della Salute Roberto Speranza.

Le scuse alla famiglia della dottoressa Sara Pedri

Nei giorni scorsi, parlando della scomparsa della dottoressa Sara Pedri e del conseguente "terremoto" nella sanità trentina con i cronisti dell'Adige, l'assessore Stefania Segnana si era detta dispiaciuta per la fragilità, acuita da una situazione lavorativa, di una giovane donna. Le sue parole avevano indignato i familiari della ginecologa di Forlì e la madre, Mirella Sintoni, aveva replicato scrivendo una lettera a Giallo, settimanale del gruppo Cairo Editore: "Mia figlia - aveva precisato non è fragile. Si è dato un'immagine distorta e non veritiera".

Nelle scorse ore, l'ex deputata leghista, è nuovamente tornata sulla questione e ha voluto scusarsi pubblicamente con la mamma della ginecologa per le parole utilizzate.

"Non ho conosciuto direttamente la dottoressa Sara Pedri - ha spiegato - e se ho travisato il suo carattere causando, così, ulteriore dolore ai suoi familiari mi scuso".

La dottoressa Sara Pedri forse vittima di mobbing

Stando a quanto ricostruito, il 3 marzo 2021, poco prima di scomparire nel nulla, la dottoressa Sara Pedri ha rassegnato le dimissioni all'azienda ospedaliera trentina.

Comunicando la sua decisione alla sorella ed al fidanzato disse loro di "essersi tolta un peso". Come denunciato da parenti ed amici, infatti, la ginecologa 32enne avrebbe subito mobbing e, in reparto, sarebbe stata vittima di soprusi e vessazioni. Anche altre colleghe, in seguito al clamore mediatico suscitato dalla vicenda hanno confermato un situazione difficile - caratterizzata da turni massacranti ed orari impossibili - nell'unità ospedaliera di ginecologia ed ostetricia del Santa Chiara di Trento.

In proposito, l'assessore Segnana ha precisato. "Dopo la nostra entrata in carica sono giunte segnalazioni relative ad un clima lavorativo pesante in quel reparto. Le questioni sono però state puntualmente poste all’attenzione dell’allora direttore generale Paolo Bordon". "Tuttavia - ha aggiunto - il direttore, dopo le verifiche, m'ha sempre dato rassicurazioni". Anche con il dottor Pier Paolo Benetollo, successore di Bordon, si è riputata la medesima situazione.