Continuano le indagini sulla scomparsa di Sara Pedri, ginecologa forlivese di 32 anni scomparsa da Cles (Trento) lo scorso 4 marzo. La procura di Trento, da quanto si apprende, sta analizzando il contenuto del suo telefono cellulare. La dottoressa era in servizio all'ospedale Santa Chiara, ma stando a quanto denunciato dai familiari, sarebbe stata vittima di mobbing. Anche per questo motivo, nelle scorse settimane, il caso di cronaca è finito all'attenzione del ministro della Salute Roberto Speranza. Per far luce sulla vicenda, il ministero di viale Ribotta ha deciso di inviare nel nosocomio trentino i suoi ispettori.

Al setaccio il cellulare di Sara Pedri

Come precisato da diverse testate giornalistiche, la procura di Trento ha ricevuto una copia forense dello smartphone utilizzato dalla dottoressa Sara Pedri. Il contenuto sarà presto valutato dal locale pubblico ministero Licia Scagliarini. Il dispositivo, come è noto, è stato trovato all'interno dell'auto della 32enne - una Volkswagen T-Roc - rinvenuta poco dopo il 4 marzo nei pressi del ponte di Mostizzolo, sopra il torrente Noce, tra il comune di Cis e quello di Cles. Nel vicino lago di Santa Giustina - tristemente noto per essere meta di aspiranti suicidi - negli scorsi giorni sarebbe stato avvistato, ma non ancora recuperato, un corpo senza vita.

Da quanto è emerso, gli inquirenti hanno recuperato nell'appartamento preso in affitto a Cles da Sara Pedri una sorta di lettera, scritta dalla stessa ginecologa, contenente alcune affermazioni inquietanti.

"L'esperienza a Trento - si legge - doveva essere formativa, tuttavia ha generato in me un profondo stato d'ansia che mi ha bloccata completamente". "I risultati ottenuti - ha continuato - sono solo terrore. Addirittura, son stata chiamata a colloquio in quanto ho perso troppo peso".

Gli ispettori ministeriali nel reparto di Sara Pedri

La dottoressa Sara Pedri era arrivata in Trentino nel novembre 2020. Da contratto avrebbe dovuto prendere servizio a Cles, ma in seguito alla sospensione dell'attività del punto nascite, era stata trasferita all'ospedale Santa Chiara di Trento. Qui, stando a quanto riferito da familiari e amici, sarebbe stata vessata e sottoposta a una serie di pressioni psicologiche.

Per questo motivo il 3 marzo, poco prima di far perdere le proprie tracce, la ginecologa ha rassegnato le sue dimissioni all'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.

Nelle scorse settimane, in seguito alla ripresa delle ricerche, il deputato di Italia Viva Marco Di Maio, ha sollecitato un intervento da parte del ministro della Salute Roberto Speranza. Così, nel reparto di ostetricia e ginecologia del nosocomio trentino sono arrivati gli ispettori ministeriali. Il loro lavoro sarebbe finito proprio oggi, venerdì 9 luglio. Lo scorso 1° luglio, invece, Pier Paolo Benetollo, direttore generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, aveva deciso di rimettere verbalmente il proprio mandato nella mani dell'assessora alla salute Stefania Segnana. Tuttavia, secondo quanto comunicato in conferenza stampa dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, Pier Paolo Benetollo resta, per ora, in carica e con le sue funzioni.