I Ris sono tornati ad Arborea, nell'oristanese, in casa di Paolo Fonsatti, alla ricerca dell'arma del delitto e della soluzione al caso. Il 73enne ex sottoufficiale dell'Esercito, è stato ucciso a coltellate il pomeriggio di mercoledì 18 agosto. Il nipote 55enne Giancarlo Fonsatti, da tutti conosciuto come 'Renato', ha dato l'allarme.
Agli inquirenti ha riferito di essere stato aggredito con lo zio da due malviventi che si sarebbero introdotti nell'abitazione. Da subito, la sua versione non ha convinto: dopo i primi rilievi degli specialisti dell'Arma e gli iniziali accertamenti medico-legali, ieri sera è stato posto in stato di fermo per omicidio volontario.
Ricoverato con una ferita da taglio a una mano all'ospedale di Oristano, è stato trasferito all'ospedale di Cagliari.
Arborea, i Ris in cerca di prove
Oggi i Ris hanno fatto un nuovo sopralluogo nell'abitazione di Paolo Fonsatti nella borgata S'Ungrori ad Arborea per ultimare i rilievi e cercare prove. L'arma del delitto, presumibilmente un grosso coltello da cucina, non è stata ancora trovata, ma gli elementi raccolti finora confermerebbero la ricostruzione della Procura di Oristano. In casa, infatti, non sarebbe stata trovata alcuna traccia di estranei, nessuna impronta, ad eccezione di quelle della vittima e del nipote, oltre a evidenti tracce di un sommario tentativo di pulire con il mocio il sangue all'ingresso, nella piccola cucina e in salotto.
Le ante di mobili e i cassetti tutti aperti farebbero pensare alla ricerca di soldi o di oggetti di valore. Secondo gli inquirenti, nelle prossime ore ci saranno svolte importanti: a inchiodare il nipote, sarebbero le impronte delle sue scarpe sporche di sangue lasciate sul pavimento.
Dopo il delitto, Renato Fonsatti si è presentato in evidente stato confusionale, con mano e vestiti insanguinati a un bar vicino.
"Chiama subirto carabinieri e ambulanza perché ci hanno aggredito due persone", ha chiesto al titolare del locale. Ha riferito che ci sarebbe stata una tentata rapina da parte di due uomini armati e a volto coperto che si sarebbero introdotti in casa dello zio senza prelevare nulla ma uccidendolo. I medici arrivati sul posto hanno trovato Paolo Fonsatti a terra senza vita all'ingresso dell'abitazione.
Possibile movente
Il nipote avrebbe ucciso lo zio per motivi economici. Dalle testimonianze raccolte in paese, gli investigatori hanno appreso che Renato Fonsatti avrebbe avuto una vita problematica. Due matrimoni falliti alle spalle, il 55enne che da Roma si era trasferito a vivere in Sardegna, avrebbe fatto spesso e volentieri richiesta allo zio, come ad altri parenti, di soldi e generi di prima necessità.
Erasmo Fontana, comandante provinciale dei Carabinieri di Oristano, ha specificato che spendeva i soldi richiesti nelle attività che gli davano più piacere, come alcol e stupefacenti. Il fermato sarebbe anche ludopatico.
Mercoledì sarebbe andato a casa dello zio proprio per chiedere altri soldi: Paolo Fonsatti si sarebbe opposto e la discussione sarebbe degenerata fino a culminare nel delitto.
Il procuratore di Oristano, Ezio Domenico Basso, ieri ha firmato il provvedimento di fermo per il nipote con la richiesta di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario. In attesa della convalida del fermo, il 55enne ricoverato all'ospedale Marino di Cagliari, stamattina ha subito un intervento chirurgico alla mano destra per una ferita da taglio che gli ha procurato una lesione al tendine. Resta piantonato nella struttura sanitaria: lunedì si terrà l'udienza. Ancora da accertare se si sia ferito la mano durante la lite con lo zio, o se sia stata una messinscena per simulare l'aggressione da parte di rapinatori.
Sgomento e cordoglio ad Arborea
Ad Arborea l'ex sottoufficiale dell'Esercito era conosciuto e benvoluto da tutti.
Viveva da solo, ma era molto attivo sul territorio, sia come presidente della locale Associazione combattenti e reduci, vicepresidente dell'Associazione Trevisani nel mondo, che in iniziative di volontariato e in chiesa.
L'autopsia effettuata oggi nel primo pomeriggio nell’ospedale di Oristano dal medico legale Roberto Demontis intende accertare che tipo di arma da taglio l'abbia ucciso. L'esame autoptico ha confermato quanto già emerso dal primo esame esterno del corpo: il 73enne è stato stato raggiunto da sette coltellate, quella mortale al petto. Il decesso dovrebbe essere avvenuto tra le 12 e le 13 di mercoledì. A mezzogiorno, infatti, la vittima ha risposto a una telefonata, mentre poco dopo il suo telefono ha squillato a vuoto. Si attende nelle prossime ore il nullaosta per restituire la salma ai familiari e celebrare i funerali.