Tra dubbi e misteri, il caso di Temù pare complicarsi. Prima l'autopsia, poi l'esame del Dna, appena depositato in Procura dai medici legali degli Spedali Civili di Brescia, hanno dato la certezza assoluta. Il corpo trovato l'8 agosto scorso in Valcamonica sulle rive del fiume Oglio, è di Laura Ziliani, l'ex vigilessa 55enne scomparsa tre mesi prima, l'8 maggio.

Già in fase di autopsia, era stato riconosciuto da una ciste sotto il piede destro e da orecchini ancora ai lobi. Proprio dall'esame autoptico, è scaturita una nuova pista investigativa: dopo essere stata uccisa, Laura Ziliani sarebbe stata nascosta e collocata all'aperto, dove è stata trovata, solo di recente.

Nuovi scenari dopo l'autopsia

Sulla scomparsa e morte di Laura Ziliani si aprono nuovi, inattesi, scenari. Confermata l'identità della donna, grazie alla comparazione tra il suo Dna e quello della figlia mezzana, gli inquirenti ora focalizzano l'attenzione sull'anomalo stato di conservazione del corpo, integro, così come gli organi interni. L'autopsia ha evidenziato che non presenta alcuna traccia di violenza, lesioni, fratture o ferite, ma che il decesso non può essere sopraggiunto per annegamento perché non c'era acqua nei polmoni.

Una condizione che appare incompatibile con la scomparsa avvenuta 90 giorni fa e una supposta permanenza all'aperto altrettanto lunga. Il dato rilevante ha indotto gli inquirenti a ipotizzare che la donna possa esssere stata 'sepolta' due volte.

La prima, in un luogo coperto e asciutto, al riparo da intemperie e da aggressioni di animali. La seconda, in riva al fiume, forse con l'obiettivo di fare sparire quel corpo scomodo e ciò che può 'raccontare' anche a distanza di tempo dalla morte.

Terribili sospetti su due delle tre figlie

Per la scomparsa di Laura Ziliani, rimangono indagate dalla Procura di Brescia, tre persone, due delle quali di grande rilevanza nella vita della donna: le figlie Silva e Paola, di 27 e 19 anni, la maggiore e la più piccola, oltre al fidanzato della maggiore.

Su di loro si concentrano terribili sospetti: tutti e tre sono accusati dell'omicidio e occultamento del corpo di Laura Ziliani. Resta da capire come lo avrebbero trasportato e quando per evitare d'essere scoperti. E se il corpo, inizialmente, fosse stato nascosto al chiuso, dove potrebbe essere occultato. Forse in casa? E per quanto tempo?

Sarebbe stata prima narcotizzata o avvelenata, solo come ultima soluzione collocata in maniera frettolosa nel punto, fra la pista ciclabile di Temù e l’Oglio, in cui è stata ritrovata pochi giorni fa.

Chi l'avrebbe lasciata lì, avrebbe agito in fretta, si ipotizza in balia del panico, non calcolando l’arrivo delle piene frequenti, eppure segnalate da frequenti cartelli, forse non conoscendo le caratteristiche della zona. Le spoglie, coperte solo da un leggero strato di sabbia e terriccio, erano collocate in superficie. Il fiume, esondato e poi tornato nell'alveo naturale, avrebbe permesso di scoprirle. Presto si conosceranno le cause della morte: si attendono gli esiti degli esami tossicologici.

I brandelli di indumenti trovati addosso alla donna, una canotta, forse una vestaglia, farebbero pensare che la morte sia sopraggiunta in un momento di riposo, in ambiente domestico. Il sospetto degli inquirenti è che la mattina dell'8 maggio la donna non sia mai uscita dall'abitazione familiare di vicolo Ballardini a Temù per fare una passeggiata sulle montagne che amava, come dichiarato dalle figlie.

Temù, scossa da un macabro turismo

La comunità di Temù è addolorata e turbata. In tanti avevano partecipato per giorni alle ricerche di Laura credendo che potesse avere avuto un incidente in montagna, per poi scoprire che la loro compaesana, benvoluta da tutti, giaceva senza vita non lontana dal centro abitato.

Anche il parroco del paese, don Martino, è scosso. Intervistato, l'ha ricordata come una donna brava, impegnata nell'amministrazione comunale e come catechista. Il sacerdote ha riferito di una famiglia coesa anche dopo la morte del marito di Laura. "Dopo tre mesi, è stata trovata la salma, come sia arrivata lì non sappiamo. L'ipotesi che siano state le figlie con il fidanzato inquietante", ha detto il prete.

Oltre al cordoglio, c'è lo sgomento collettivo per un macabro turismo. Curiosi, da giorni si recano sia sul posto del ritrovamento del corpo di Laura Ziliani che in paese, dove c'è l'abitazione della famiglia posta sotto sequestro, per fare foto e video. La villetta di famiglia sotto sequestro, che le figlie volevano trasformare in bed and breakfast senza l'approvazione della mamma, rivelerebbe un movente economico dietro l'omicidio. Le indagini si concentrano anche sul patrimonio immobiliare della donna che conta una decina di immobili.