Si appostava sotto casa e la pedinava con il Gps sotto l'auto. A parlare è Carmelo Zappalà, il papà di Vanessa, la 26enne uccisa dall'ex fidanzato Antonio Sciuto (38 anni) ad Aci Trezza (Catania) nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 agosto. Il giovane, che dopo il delitto aveva fatto perdere le proprie tracce, è stato trovato impiccato diverse ore dopo. Vanessa, da quanto si apprende dalle pagine di Cronaca Nera di diverse testate, lo aveva denunciato per stalking. Tuttavia, il suo grido d'aiuto è rimasto inascoltato. Secondo il padre, infatti, la sua morte - che poteva essere evitata - è una "sconfitta per lo Stato".
Il femminicidio di Vanessa poteva essere evitato?
Antonio Sciuto, venditore d'auto a San Giovanni La Punta, si credeva una sorta di "padre padrone". A febbraio di quest'anno, da quanto emerso, si era lasciato con Vanessa - che viveva nella vicina Trecastagni e lavorava in un panificio - ma non voleva rassegnarsi. Per questo continuava a darle il tormento e ad seguirla.
Il padre della ragazza è convinto che, se la giustizia avesse fatto il suo corso ed il suo dovere, questo femminicidio si sarebbe potuto evitare. Vanessa, infatti, lo scorso giugno aveva denunciato il 38enne per stalking, ma il giudice, ignorando la richiesta della Procura di Catania, aveva deciso di non convalidare l'arresto e si era limitato a imporre a Sciuto il divieto di avvicinamento alla 26enne.
Antonio, stando al racconto di Carmelo Zappalà, sembrava avesse deciso di rispettare l'imposizione.
Il presidente dell'ufficio del Gip di Catania Nunzio Sarpietro, però, non se la sente di puntare il dito contro il collega. "Anche se fosse stato agli arresti domiciliari - ha evidenziato - avrebbe potuto compiere lo stesso delitto"
Vanessa uccisa dall'ex davanti agli amici
Vanessa è stata uccisa a colpi di pistola mentre si trovava con quattro amici sul lungomare di Aci Trezza.
"Lui continuava a fissarla - ha riferito uno di loro - Siamo scappati, ma poi l'ha raggiunta". Per papà Carmelo, Antonio, avrebbe pianificato tutto. "Continuava ad essere accecato dalla gelosia", ha dichiarato nelle scorse ore ai cronisti. "Abbiamo scoperto - ha precisato - che aveva anche piazzato un Gps sotto la macchina di Vanessa.
Ed era anche riuscito a intrufolarsi nel giardino di casa nostra. Attraverso un tubo ascoltava tutto quello che dicevamo".
Antonio Sciuto, separato e con due figli minorenni, sempre secondo il padre della vittima, avrebbe agito per "colpire al cuore" anche lui. "Covava dentro la vendetta non solo contro mia figlia, ma anche contro di me". "Ora - ha ricordato - ripenso ai giorni che ha passato nella nostra casa. Per due mesi l'abbiamo accolto. Era un uomo con due facce: all'apparenza tranquillo, ma in realtà era solamente un bugiardo": Poi, ha concluso: "Era un mostro".