Porterà con sé tutti i segreti di un delitto non ancora del tutto chiarito a distanza di settimane: Emanuele Impellizzeri, 38 anni, l’uomo accusato di essere l’assassino di Chiara Ugolini, si è ucciso nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 settembre nel carcere di Verona, dove era recluso. L’hanno trovato ormai privo di vita nella sua cella, verso le 5:30 di mattina: a quanto pare, si sarebbe impiccato. A confermare la notizia della scomparsa del presunto killer di Chiara Ugolini è stato Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria, che ha ricordato come il 38enne fosse arrivato da pochi giorni nel penitenziario veronese di Montorio, dopo essere stato inizialmente recluso nell’istituto penale di Sollicciano, a Firenze.
Impellizzeri subito dopo il fermo aveva confessato di aver ucciso Chiara Ugolini
Impellizzeri era stato fermato lo scorso 6 settembre dalla polizia stradale di Firenze Nord, mentre era in sella alla sua moto sull’autostrada del Sole, nei pressi di Impruneta: era diretto verso sud, probabilmente nel tentativo di fuggire, subito dopo aver ucciso una sua vicina di casa, Chiara Ugolini, 27 anni. Il 5 settembre il corpo della giovane era stato scoperto dal suo ragazzo, nell’appartamento che i due condividevano a Calmasino di Bardolino, in provincia di Verona. Subito dopo l’arresto, il 38enne aveva ammesso di essere il responsabile del delitto davanti agli agenti della Polstrada e, in seguito, anche ai carabinieri di Verona.
Tuttavia davanti ai magistrati aveva cambiato atteggiamento, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Impellizzeri stata per essere sottoposto a un nuovo interrogatorio sul delitto di Chiara Ugolini
Un nuovo interrogatorio di Impellizzeri era previsto proprio nelle ore successive al ritrovamento del suo corpo. Nelle scorse settimane il gip di Firenze Angela Fantechi aveva stabilito che il 38enne dovesse rimanere in carcere, visto il concreto pericolo di fuga dell’accusato, tenendo anche conto dei suoi precedenti penali.
Infatti all’epoca del delitto l’uomo stava scontando una condanna passata per due rapine: era stato sottoposto alla messa in prova, che non gli permetteva di uscire di casa la sera e nei giorni festivi. E proprio di domenica, il 5 settembre, avrebbe ucciso Chiara Ugolini: secondo l’accusa avrebbe agito per motivi abietti e con particolare crudeltà.
Non sono del tutto chiari il movente e le cause del decesso di Chiara Ugolini
Non è mai stato del tutto chiarito il movente che avrebbe spinto il 38enne a introdursi nell’abitazione di Chiara Ugolini per ammazzarla, anche se gli inquirenti sospettano un tentativo di violenza carnale. Nelle ore successive al fermo, Impellizzeri avrebbe ammesso “di aver perso la testa” subito dopo aver visto la ragazza affacciata al balcone di casa, di non aver resistito e di essere corso da lei. L’autopsia non è servita a spiegare la causa del decesso della 27enne, che il compagno ha ritrovato con uno pezzo di stoffa imbevuto di candeggina in bocca: sono stati riscontrati i segni della colluttazione e diversi traumi interni, ma nessuno che potesse averne provocato la morte.
Subito dopo il delitto, i parenti della vittima avevano spiegato che la giovane conosceva i precedenti di quell’uomo, tanto da averne paura e da evitare di dargli confidenza, limitandosi a salutarlo quando lo incrociava nel palazzo. Inoltre i familiari, attraverso uno zio di Chiara, avevano fatto sapere di non voler perdonare il 38enne e di augurarsi che fosse condannato a una pena esemplare. “Una persona capace di mettere in bocca un panno imbevuto di candeggina è un mostro – aveva dichiarato lo zio della ragazza – se agisci così non ha nulla di umano”.