Comincia in Germania il processo contro una donna di 96 anni, accusata di favoreggiamento nello sterminio di 11mila persone avvenuto fra il 1943 e il 1945 nel campo di concentramento nazista di Stutthof, vicino a Danzica, in Polonia.

Il processo si sarebbe dovuto celebrare il 30 settembre, ma la donna aveva invece tentato di darsi alla fuga. Fermata dopo poche ore dalla polizia tedesca e tradotta in carcere e lì trattenuta per qualche giorno, il 19 ottobre è stata infine scortata dalle forze dell'ordine in tribunale. Si tratta di una delle prime donne implicate in crimini dell’era nazista a essere perseguita dopo decenni.

Dattilografa e segretaria nel lager

Irmgard Furchner, questo il nome dell'anziana donna, è stata la dattilografa e segretaria del campo di concentramento tedesco in Polonia tra il 1943 e il 1945. Secondo l'accusa, con il suo ruolo Furchner avrebbe favorito l'omicidio di migliaia di prigionieri del lager e avrebbe assistito di persona alla eliminazione fisica di alcuni di loro.

Per questo motivo era attesa a fine settembre di fronte alla corte di Itzehoe (comune nella parte settentrionale della Germania), dove non si era mai presentata. Pochi giorni prima aveva scritto una lettera al giudice, ammettendo di non voler comparire in tribunale per non essere messa alla gogna da parte dell'umanità. Chiaramente, nessuno pensava che potesse scappare.

Invece è proprio quello che è successo.

Il processo a carico dell'ex segretaria nazista è ritenuto molto importante dagli storici e dalla stampa tedesca perché metterebbe in luce la responsabilità spesso nascosta o sminuita delle donne nell'Olocausto. Una responsabilità che Irmgard Furchner - già in passato testimone durante diversi procedimenti giudiziari - ha sempre rigettato.

La fuga all'alba

La sua scomparsa, il 30 settembre, aveva subito allertato le autorità facendo scattare nei confronti della donna un mandato di arresto. Secondo alcuni testimoni, Furchner avrebbe lasciato la casa di riposo dove risiede con un taxi di buon mattino, dirigendosi verso una stazione metropolitana nella periferia di Amburgo.

Da lì si sono perse le sue tracce. La donna era stata fermata diverse ore dopo, lungo la Langenhorner Chausse della città anseatica, dove era stata notata da una poliziotta. Ha quindi passato la notte in carcere, per essere rilasciata cinque giorni dopo e riportata alla casa di cura in cui risiede.

Secondo l'avvocato di due sopravvissute che si sono costituite parte civile nel processo, con la fuga Furchner avrebbe dimostrato disprezzo non solo nei confronti dei sopravvissuti all'Olocausto ma anche più in generale nei confronti della giustizia e della legge, della quale con il suo atteggiamento e la sua fuga non sente evidentemente di dover rispondere.

Il processo è ripreso il 19 ottobre, quando le forze dell'ordine hanno prelevato con una ambulanza la donna dalla casa di riposo dove abita e l'hanno portata direttamente in tribunale.