Liliana Resinovich potrebbe essersi tolta la vita. Gli inquirenti, dopo i risultati dell'esame autoptico, non escludono che l'ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia possa aver deciso di uccidersi, forse assumendo poco prima dei farmaci. Tuttavia, le indagini proseguono a 360 gradi e si vuol capire come mai la 63enne avesse con sé una borsa a tracollo vuota. La pm Maddalena Chergia, che si sta occupando del caso di Cronaca Nera, intanto ha concesso il nulla osta per la sepoltura.

Ancora da fissare la data dei funerali.

Liliana potrebbe essersi tolta la vita

A sorpresa, gli inquirenti starebbero riconsiderando la possibilità che Liliana Resinovich potrebbe non essere stata uccisa. L'autopsia, eseguita nei giorni scorsi, non ha evidenziato sul corpo della donna segni di violenza e, di fatto, ha escluso tutta una serie di scenari: non è stata accoltellata, né strangolata, né strozzata. Potrebbe essere stata soffocata, ma al momento non vi sarebbero riscontri.

Nel referto consegnato dal consulente della Procura, Fulvio Costantinides, non vi sarebbe traccia di asfissia, che in molti casi emerge subito.

Le prime certezze, comunque, arriveranno solo con gli esiti dell'esame istologico. Tuttavia, da quanto trapelato, gli inquirenti non sembrano attendersi molto da queste analisi di laboratorio. Procedendo per esclusione, dunque, non rimane che l’assunzione di farmaci, droghe o altre sostanze letali. Il possibile avvelenamento verrà confermato - o smentito - dai risultati del test tossicologico che, però, dovrebbero arrivare non prima di un mese.

La borsa vuota di Liliana

Secondo un'ipotetica ricostruzione Liliana, che stava attraversando un momento difficile dal punto di vista sentimentale, in preda allo sconforto potrebbe essere andata nel boschetto adiacente l'ex ospedale psichiatrico di Trieste e aver assunto dei farmaci.

Poi, dopo aver preso due sacchi neri, potrebbe essersene infilato uno dall’alto e uno dai piedi ed essersi distesa per terra. Quindi dopo aver messo la testa nelle buste di nylon, si sarebbe stretta le mani intorno al collo fino a togliersi l’ossigeno, assopirsi e lasciarsi andare. Se davvero l'ex dipendente della Regione voleva farla finita, però, forse avrebbe potuto scegliere altre modalità.

Liliana, scomparsa martedì 14 dicembre, è stata ritrovata senza vita mercoledì 5 gennaio. Come riferito dalla trasmissione Quarto Grado, la 63enne avrebbe avuto - non è chiaro se a tracolla o accanto - una borsa stranamente vuota. Su questo accessorio, da quanto si apprende, si starebbero concentrando le attenzioni degli inquirenti. I telefoni e i documenti della donna, infatti, sono stati ritrovati nella casa che divideva con il marito Sebastiano Visintin, fotografo in pensione 72enne.