Niente ergastolo per Fausta Bonino, l'infermiera di Piombino (Livorno) accusata dell'omicidio volontario, plurimo e aggravato, di 10 pazienti del reparto di rianimazione dell'ospedale Villamarina. Lo ha deciso questa mattina la Corte d'appello di Firenze, che ha condannato tuttavia la donna a un anno e mezzo per il reato di ricettazione (la condanna è stata dichiarata sospesa): durante la perquisizione effettuata al momento del suo arresto, infatti, erano stati rinvenuti, presso la sua abitazione, vari medicinali sottratti al nosocomio.

I fatti oggetto della sentenza risalgono al periodo compreso tra il settembre 2014 e il 2015, quando l'operatrice sanitaria lavorava presso la struttura piombinese.

Per la stessa vicenda, era stato assolto, nel dicembre 2021, anche il primario del presidio ospedaliero, Michele Casalis, che a differenza di Bonino, aveva optato per il rito dibattimentale ordinario. Casalis era accusato di aver tenuto un comportamento negligente e quindi, di non aver impedito il decesso dei pazienti.

Il caso

Fausta Bonino era stata arrestata il 30 marzo del 2016, dai carabinieri del Nas, dopo che le indagini avevano portato a ritenerla responsabile della morte di 10 persone (in un primo momento le morti sospette erano 14) in degenza nel reparto di anestesia e rianimazione di Piombino. Secondo l'accusa, la donna aveva somministrato, in questi pazienti, massicce dosi di un anticoagulante (l'eparina) che avevano determinato un repentino decesso a causa di emorragie improvvise.

Tale somministrazione era stata definita "deliberata e al di fuori delle terapie prescritte", in quanto mai prescritta dai medici.

La segnalazione diretta ai Carabinieri era arrivata direttamente dall'Azienda Sanitaria, insospettita dalle morti conseguenti a 'sanguinamenti inspiegabili'.

Il 20 aprile del 2016, il Tribunale del Riesame di Firenze aveva annullato l'ordinanza di custodia in carcere, consentendo quindi alla signora Bonino, che continuava a proclamarsi innocente, di tornare in libertà.

Il 1° giugno 2018 la Procura della Repubblica di Livorno, dopo i risultati delle perizie degli esperti che avevano accertato la compatibilità della morte con l'eparina, aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario plurimo; la sentenza di primo grado, svoltasi il 19 aprile 2019, si era conclusa con la condanna all'ergastolo da parte del Gup, per quattro delle 10 morti sospette.

Con l'odierna sentenza d'appello, l'infermiera è stata assolta con formula piena, 'per non aver commesso il fatto'.

Bonino: 'Mi hanno creduto, io non ho mai ucciso nessuno'

Fausta Bonino ha accolto la sentenza di assoluzione in lacrime. "Ancora non ci credo. Io l'ho sempre detto: non ho ucciso nessun paziente e oggi finalmente i giudici mi hanno creduta", ha affermato appena fuori dal Palazzo di giustizia, abbracciata dal marito e dal figlio.

"Non potevano accusarmi per menzogne dette da altri", ha aggiunto prima di essere allontanata dai familiari, che chiedono privacy per questo momento.

Anche il legale dell'operatrice sanitaria, Vinicio Nardo, si è voluto pronunciare sull'esito del giudizio: "Credo che finalmente sia stata fatta giustizia, dopo anni in cui la mia assistita è stata messa nel frullatore".