Fiumi di hashish e cocaina, anche mille chili al mese, venivano nascosti all’interno di cisterne cariche di vino o all’interno dei blocchi di cemento che normalmente vengono utilizzati come contrappesi delle gru. La destinazione, dalla Spagna, era anche la Sardegna. Dove, nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Cagliari hanno arrestato ben 11 persone: dieci nel capoluogo della Sardegna e una a Oristano (più altre 8 a Torino). Secondo gli inquirenti erano loro a gestire il traffico di droga nell’Isola, per conto di un’organizzazione criminale che trafficava droga dalla Spagna.

Per poi farla arrivare anche in altre regioni italiane, compresa la Sardegna. Secondo l’accusa i vertici dell’organizzazione criminale avevano la loro base a Torino da dove, grazie alla collaborazione degli affiliati sardi, la droga poi arrivava in Sardegna. Secondo i carabinieri dalla penisola iberica venivano importati fino a 2000 chili di droga ogni due mesi, tra hashish e cocaina, e circa 500 chili erano sempre destinati al mercato isolano. L’operazione, denominata Eldorado, ha avuto inizio nel 2016, con le prime indagini poi terminate lo scorso novembre.

Droga custodita dai minorenni

Secondo quanto accertato dagli uomini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Cagliari, in Sardegna, erano tre i cagliaritani che gestivano materialmente la vendita della cocaina e dell’hashish, droga che poi veniva nascosta nelle abitazioni di diversi minorenni, tutti incensurati.

Le altre persone finite in manette nell’Isola infatti erano “semplici” affiliati. Ed erano proprio i tre cagliaritani arrestati che facevano arrivare in Sardegna anche cinquecento chili di droga ad ogni carico. Durante le indagini infatti i carabinieri del comando provinciale di Cagliari hanno sequestrato 5,1 chili di cocaina, 1,200 chili di hashish, 6.5 chili di marijuana, 20 grammi di eroina e 68 piante di cannabis.

Secondo l’accusa l’organizzazione criminale aveva nella sua disponibilità ingenti quantità di denaro che spesso investiva in attività lecite. In un’occasione è stato accertato che diecimila euro incassati con il traffico delle sostanze stupefacenti siano stati riciclati addirittura al casinò di Saint Vincent.

Indagini certosine

Le indagini degli investigatori dei carabinieri sono partite sei anni fa quando, all’aeroporto colombiano “El Dorado”, venne effettuato un grosso sequestro di cocaina diretta in Sardegna. Il traffico, al tempo, veniva gestito da tre “broker” piemontesi che con gli agganci che avevano in Sardegna riuscivano a far arrivare la droga nell’Isola. Come quando un carico di hashish, intercettato dai carabinieri, era stato consegnato a Cagliari a un imprenditore edile che aveva ordinato una gru con il contrappeso in cemento armato, dove erano stati nascosti 800 chili di hashish. Un sequestro importante che aveva permesso agli investigatori dei carabinieri di ricostruire il viaggio della droga destinata al fiorente mercato isolano.