Sono stati ultimati gli interventi di difesa costiera eseguiti in prossimità del santuario di Santa Maria di Capo Colonna, vicino Crotone, in Calabria.

Nel corso delle opere sono stati rinvenuti alcuni resti di strutture murarie appartenenti ad una domus risalente al primo secolo avanti Cristo.

Concluse le opere del santuario di Santa Maria di capo Colonna

Venerdì 11 febbraio sono state ultimate le opere volte alla protezione del santuario di Santa Maria di Capo Colonna, nei pressi di Crotone. I lavori in questione hanno interessato anche i reperti archeologici di età romana che si trovano nella parte est del promontorio Lacinio.

Per il momento si tratta soltanto di una semplice massicciata, in quanto non sono presenti le barriere accostate sul fondale marino che dovrebbero proteggere il promontorio. Prima degli interventi di salvaguardia costiera sono state effettuate alcune prospezioni archeologiche subacquee; grazie a queste ultime operazioni sono stati recuperati diversi resti di strutture murarie ed alcune parti di un blocco di forma rettangolare in calcarenite, che costituivano una domus risalente agli ultimi decenni del primo secolo avanti Cristo. Tali resti erano caduti nella parte bassa del promontorio negli anni cinquanta.

I resti archeologici recuperati grazie ai lavori

Per gli interventi di recupero è intervenuto il personale specializzato dei Carabinieri subacquei, nonché diversi soggetti specializzati in lavori di questo tipo.

Nel dettaglio sono stati rinvenuti tre setti murari dello spessore di 60 centimetri, di peso e dimensione diversi, nonché una soglia di accesso di 220 Kg e delle dimensioni di 92 x 48 centimetri.

La dimensione dei blocchi, il modo in cui erano posizionati, il loro peso e tanti altri fattori hanno inciso particolarmente sulla tempistica dei lavori.

Nel corso dei lavori ciascun blocco è stato sollevato da una gru, che, dopo averlo caricato, lo ha trasportato al Porto di Crotone.

La soglia e le murature, recuperate si trovano al momento presso il Museo archeologico di Capo Colonna.

Il personale coinvolto nelle operazioni

Nelle operazioni è stato coinvolto il personale degli Uffici territoriali del Ministero della Cultura; tra il personale che ha, invece, direttamente eseguito le operazioni si ricordano il RUP, il direttore operativo-funzionario archeologo subacqueo, il personale del Segretariato Regionale per la Calabria, il funzionario restauratore e il funzionario archeologo.

La direzione scientifica è stata curata mediante il supporto tecnico operativo del Nucleo Carabinieri subacquei della città di Messina e del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale della città di Cosenza.