Questa mattina 15 marzo la parola ergastolo ha echeggiato nell’aula della Corte d’Assise di Sassari. I giudici hanno infatti condannato al massimo della pena Francesco Douglas Desogus, sassarese, 41 anni, colpevole secondo la Corte di aver brutalmente ucciso Zdenka Krejcikova, la sua compagna 41enne di origini ceche. La donna era morta il 15 febbraio del 2020, dopo essere stata ferita con un coltello all’interno di un bar di Sorso. La corte ha quindi accolto le richieste del pubblico ministero, Paolo Piras, che aveva appunto chiesto l’ergastolo.
Il pm infatti ha ritenuto Desogus responsabile “di omicidio volontario aggravato da premeditazione” si legge nelle carte. Tra l’altro – sottolinea l’accusa – il delitto è stato commesso nei confronti di una persona “alla quale era legato da una relazione”. Un delitto commesso con crudeltà ed è proprio questo il motivo per il quale l’accusa ha contestato anche i reati di sequestro di persona, tortura, resistenza e porto abusivo di coltello. L’uomo dovrà anche stare in isolamento diurno, all’interno del carcere, per un anno intero. E dovrà anche pagare una provvisionale di 200 mila euro a testa, alla madre e alle due figlie della vittima.
La ricostruzione dei fatti
Durante le udienze è stata ricostruita la dinamica del femminicidio andato in scena il 15 febbraio 2020, era un sabato.
Secondo l’accusa Zdenka Krejcikova, dopo aver litigato con il compagno, era scappata dall’appartamento di via Tiziano e si era rifugiata proprio in un bar sotto l’abitazione. Qui era stata raggiunta dall’uomo che l’aveva ferita con un grosso coltello da cucina. La vittima poi era stata caricata all’interno dell’auto del compagno, dove c’erano anche le due figlie minorenni della donna.
Francesco Douglas Desogus, tentando di scappare, aveva guidato fino ad Ossi dove aveva abbandonato la compagna, agonizzante, all’interno di un appartamento di via Spinoza. Proprio a due passi dalla guardia medica. Purtroppo però, nonostante la vittima fosse stata immediatamente soccorsa da un’ambulanza, i tentativi di tenerla in vita erano stati inutili.
Francesco Douglas Desogus invece era riuscito a fuggire ed era stato arrestato il giorno dopo il delitto mentre si trovava all’interno del parcheggio di un centro commerciale di Sassari. All’interno dell’auto anche le due bambine della donna, gemelle 13enni, fortunatamente illese ma spaventate.
Una sentenza quasi scontata
Questa mattina la Corte, dopo aver ascoltato le repliche degli avvocati e dell’accusa, si è ritirata in camera di consiglio per formulare la sentenza. Dopo più di quattro ore i giudici hanno infatti emesso il verdetto di carcere a vita per Francesco Douglas Desogus. “Ci sono tantissime contraddizioni – sottolinea l’avvocato Galisai, legale dell’imputato – il mio assistito amava alla follia la sua compagna e mai avrebbe potuto compiere un gesto simile”.
Proprio per questo motivo la difesa ha annunciato il ricorso in appello, dopo la lettura delle motivazioni della sentenza. Durante il processo Francesco Douglas Desogus aveva anche rilasciato diverse dichiarazioni spontanee di fronte ai giudici. Professava la sua innocenza e sosteneva che la sua compagna si era ferita da solo mentre entrava al bar. Secondo la sua tesi la donna infatti sarebbe scivolata e per questo si era ferita con la lama. “Sono in carcere da innocente”, aveva assicurato alla Corte Francesco Douglas Desogus.