"Non ritengo possibile che Lilly da un momento all’altro abbia deciso di farla finita in quel modo". Ad affermarlo in un'intervista al Corriere della Sera è Sebastiano Visintin, fotografo 72enne e marito di Liliana Resinovich, l'ex dipendente 63enne della Regione Friuli Venezia Giulia ritrovata senza vita il 5 gennaio scorso in una radura boschiva non lontano dall'ex ospedale psichiatrico di Trieste. La donna negli ultimi mesi si era riavvicinata a un vecchio amico, l'ex podista 82enne Claudio Sterpin.
Il marito di Liliana Resinovich non crede al suicidio
Nonostante la Squadra Mobile di Trieste, coordinata dal Procuratore Capo Antonio De Nicolo, stia indagando sul caso di Cronaca Nera nel massimo riserbo, nei giorni scors, sono trapelati i risultati di alcuni esami effettuati dal medico legale. In particolar modo è emerso che sul cordino che stringeva, attorno al capo di Liliana Resinovich, i sacchi di nylon sarebbe stato trovato materiale genetico riferibile alla stessa 63enne. Ciò porterebbe a non escludere che la donna si sia suicidata.
Sebastiano Visintin, però, non riesce a credere che la moglie possa essersi tolta la vita. "Ci sono troppe domande che non tornano" ha dichiarato ammettendo, però, che non riesce neppure a considerare l'ipotesi che qualcuno possa averle fatto del male.
"Se una persona vuole togliersi la vita a Trieste - ha proseguito - può farlo in altri mille modi, ci sono decine di ponti da cui buttarsi. Non credo che lei sia stata capace di organizzare un piano così dettagliato ma penso anche che nessuno avesse interesse a ucciderla".
L'ultima telefonata di Liliana Resinovich
Liliana Resinovich è scomparsa da Trieste nella mattinata di martedì 14 dicembre.
Secondo quanto ricostruito, quel giorno avrebbe dovuto incontrarsi con Claudio Sterpin. L'uomo, in questi tre mesi, ha più volte dichiarato che tra lui e la 63enne non solo c'era una tenera amicizia, ma che addirittura sarebbero dovuti andare a vivere insieme.
Poco prima di sparire, alle 08:22, Liliana ha sentito telefonicamente l'ex podista.
Come sottolineato anche da Sebastiano, il contenuto della chiamata non si riesce a comprendere. "Non vorrei - ha continuato l'anziano - cche quella chiamata abbia avuto qualche effetto nella testa di Lilly. Non essendo indagato non sono riuscito neanche ad accedere agli atti giudiziari ma mi piacerebbe sapere davvero cosa si sono detti".
Nei giorni scorsi Visintin ha reso noto di essere stato ascoltato in questura e, in quell'occasione, gli sarebbe stato prelevato il Dna. Il fotografo, in merito, si è detto tranquillo: "Non ho mai avuto niente da nascondere" ha concluso.
Al momento la questura di Trieste sta indagando ancora per sequestro di persona. Il fascicolo, aperto subito dopo la sparizione della 63enne, è a carico di ignoti.