Riprese le ricerche di Sara Pedri, la ginecologa 32enne originaria di Forlì scomparsa il 4 marzo 2021 dalla provincia di Trento, dove si era trasferita per lavoro. Le operazioni, al momento senza esito, si stanno concentrando nelle acque del lago di Santa Giustina. La dottoressa, da poco in servizio all'ospedale Santa Chiara, sarebbe stata vittima di mobbing e maltrattamenti da parte dell'allora primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu. Il caso di cronaca è stato seguito con attenzione da "Chi l'ha visto?", trasmissione di Rai 3 condotta tutti i mercoledì sera da Federica Sciarelli.
Si cerca il corpo di Sara Pedri
Nella giornata di sabato 28 maggio sono riprese le ricerche, coordinate dai carabinieri della Compagnia di Cles (Trento), volte al ritrovamento del corpo della dottoressa Sara Pedri. Al momento una quarantina di operatori specializzati stanno scandagliando le acque del lago di Santa Giustina. Lungo il vicino ponte di Mostizzolo, sul torrente Noce, infatti più di un anno fa è statta ritrovata l'auto della giovane ginecologa.
Al lavoro, oltre agli uomini della Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino Stazione della Val di Non e di Tione (con sette cani addestrati alla ricerca, anche di cadaveri) ci sono anche i vigili del fuoco volontari dotati di quattro gommoni e di un ecoscandaglio.
L'unico problema è che le acque del lago trentino sono molto torbide e caratterizzate da scarsa visibilità.
Sara Pedri e le difficoltà sul posto di lavoro
Secondo quanto ricostruito, la dottoressa Sara Pedri è scomparsa il 4 marzo 2021. Poche ore prima aveva rassegnato le dimissioni presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove era arrivata solo pochi mesi prima.
A settembre, infatti, la giovane forlivese aveva vinto un concorso e poco dopo era stata assunta all'ospedale di Cles, dove tra l'altro aveva preso un appartamento in affitto. Tuttavia, visto che il punto nascita della cittadina non era operativo, la ginecologa era stata trasferita presso il presidio ospedaliero della città trentina.
Qui, secondo quanto testimoniato da familiari, amici e colleghi di Sara, sarebbe stata vittima di maltrattamenti, pressioni psicologiche e umiliazioni da parte dell'ex primario Tateo e della sua vice Mereu. Giorno dopo giorno, la ginecologa - descritta da tutti come piena di vita e di interessi - si sarebbe spenta e avrebbe maturato la decisione di togliersi la vita per porre fine al suo malessere.
Lo scorso 11 aprile, alla presenza dei genitori della ginecologa, si è svolta presso il Palazzo di giustizia di Trento l'udienza atta a raccogliere la testimonianza di due colleghe di Sara Pedri - una dottoressa e un'infermiera - nell'ambito del procedimento relativo ai presunti maltrattamenti sul luogo di lavoro da parte del dottor Saverio Tateo e della dottoressa Liliana Mereu. A richiedere l'incidente probatorio è stata la Procura di Trento al fine di evitare l'eventuale vittimizzazione secondaria dei testimoni.