Fonti ucraine riferiscono che nel corso della scorsa nottata una nave da guerra russa, la fregata Admiral Makarov, sarebbe andata a fuoco dopo essere stata colpita da un missile ucraino di classe neptune. La notizia è stata inizialmente riportata da alcune fonti indipendenti e poi confermata da Kiev. Mosca dichiara di non avere notizie in merito all'incendio, ma alcuni media occidentali e diverse fonti indipendenti sembrano confermare l'attacco.
Dopo l’affondamento della Moskva, inizialmente negato dal Cremlino e poi confermato dai fatti, potrebbe trattarsi della seconda perdita strategica nello scacchiere navale del Mar Nero nel corso della guerra in Ucraina.
Nel frattempo Mosca, riferendosi proprio al disastro navale dell'ammiraglia russa, accusa il Pentagono di aver fornito le coordinate della nave per favorire l'attacco, accuse che tuttavia sono state smentite dagli Stati Uniti.
Il missile neptune, l'incendio a bordo e le dichiarazioni di Kiev
La notizia è stata inizialmente riportata da alcuni media della regione di Odessa, il cui porto è sotto blocco navale da parte della flotta russa nel Mar Nero. Il capo del consiglio regionale locale, Oleksiy Goncharenko e il consigliere presidenziale Anton Gerashchenko hanno tuttavia riferito che la nave “è stata colpita da un missile neptune”, della stessa classe che nelle settimane precedenti ha causato l'affondamento della nave ammiraglia Moskva.
I media occidentali sono ancora in attesa di conferma, ma il traffico navale nell'area è sensibilmente aumentato, concentrandosi in uno specifico punto a largo dell'Isola dei Serpenti. Dal porto di Sebastopoli, in Crimea, sarebbero partite diverse imbarcazioni di soccorso. La fregata, entrata in servizio nel 2017, conta un equipaggio di circa duecento uomini, ed è una delle più moderne a disposizione di Mosca.
Se anche l'Admiral Makarov dovesse affondare, la flotta russa nella regione sarebbe ridotta a dieci unità. Il ministero della difesa russo non ha commentato, mentre il portavoce del Cremlino - citato dai media di regime russo - ha dichiarato di non essere a conoscenza dell'attacco.
I neptune, usati anche per l'affondamento della Moskva, sono missili da crociera sviluppati dall'Ufficio Statale di Progettazione “Luch” di Kiev, sulla base di progetti sovietici e tecnologie ucraine all'avanguardia.
Sono stati testati sul campo per la prima volta proprio in occasione del conflitto, rivelandosi molto efficaci contro le imbarcazioni più datate della flotta russa.
Il Pentagono nega le accuse di Mosca
Negli ultimi giorni il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accusato gli Stati Uniti di fornire dati di intelligence alle forze armate ucraine. Fra questi - sempre secondo Peskov - ci sarebbero state anche le coordinate di alcuni dei generali russi deceduti nel conflitto, e dei movimenti navali della flotta del Mar Nero (il che, secondo il Cremlino, avrebbe favorito l'affondamento della nave ammiraglia).
In un report del Pentagono di martedì, il portavoce John Kirby ha ammesso che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti è in costante contatto con il suo corrispettivo ucraino, negando tuttavia che l'intelligence americana stia "partecipando attivamente alle decisioni dell'esercito ucraino o indirizzandone le scelte sul campo".
Kirby ha poi aggiunto che l'Ucraina è dotata di "una propria capacità di intelligence".
Solo qualche giorno fa in una intervista esclusiva con il network CNN, il Capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, Mark Milley, aveva invece riferito di un "alto rischio di scontro fra superpotenze".