Ucciso a colpi di bastone e abbandonato senza vita nel suo podere ad Aureddus, nelle campagne di Gergei, piccolo paese nel sud della Sardegna. Per l'omicidio di Massimo Deidda, allevatore di 63 anni, sarebbero state fermate dai carabinieri due persone. Padre e figlio, anche loro allevatori, che secondo quanto accertato dagli investigatori già in passato avevano avuto delle pesanti discussioni con la vittima. Liti legate sempre allo sconfinamento del bestiame, nei rispettivi terreni in campagna.

Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato ieri, 20 giugno, intorno alle ore 21 proprio all’interno del podere dell’allevatore.

I carabinieri, allertati dai familiari che non avevano notizie da ore della vittima, hanno raggiunto il podere e proprio li hanno trovato il corpo senza vita dell’allevatore. Alla lite avrebbero assistito diversi testimoni, che hanno permesso agli investigatori dell’Arma di imboccare subito la pista giusta. In tarda nottata, infatti, i due presunti colpevoli sono stati convocati in caserma e, dopo essere stati interrogati, sono stati trasferiti in una cella del carcere di Uta.

Massimo Deidda era sposato e aveva tre figli: due ragazze e un ragazzo.

Il delitto

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dei carabinieri, l'omicidio sarebbe accaduto poco dopo l’ora di cena. La vittima, come spesso accadeva, ha passato la giornata all’interno del suo podere per accudire il suo bestiame e proprio all’ora del delitto sarebbe dovuto rientrare a casa dai familiari.

Gli specialisti dell’Arma tengono ancora il massimo riserbo, ma sembra che intorno alle ore 21, i tre abbiano avuto l’ennesima discussione sempre per motivi legati allo sconfinamento del pascolo del bestiame. Proprio per questo motivo le due persone che ora si trovano in carcere, avrebbero aggredito con un bastone l’allevatore 63enne senza dargli scampo.

L’uomo non avrebbe fatto in tempo a reagire alle botte né a scappare. Secondo gli investigatori l’uomo sarebbe praticamente morto sul colpo a seguito dei colpi di bastone.

Le cause della morte dell’allevatore saranno approfondite dall’autopsia che – nelle prossime ore – sarà effettuata dal medico legale Roberto Demontis.

Un paese sconvolto

Gli abitanti di Gergei, paese originario della vittima, non si danno pace. L’allevatore era una persona molto conosciuta, un grande lavoratore che passava la maggior parte del tempo nel suo terreno in campagna. Nessuno sa dare una spiegazione alla violenza subita dall’uomo.

Lo stesso primo cittadino del paese è ancora incredulo: “Sono senza parole – commenta Rossano Zedda, sindaco di Gergei – tutto il paese è addolorato. I miei concittadini sono increduli, tristi e molto arrabbiati. Fortunatamente non siamo abituati a questi fatti di cronaca nera. Conoscevo la vittima, era una brava persona. Il nostro paese non merita tutto questo. La nostra è una comunità tranquilla, tutti ci vogliamo bene. Siamo tutti vicini ai familiari di Massimo e pretendiamo giustizia. Ma soprattutto condanniamo senza se e senza ma questo brutto fatto”.