"Siamo innocenti. Questo non cambia", sono state le parole di Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce (Frosinone) commentando la requisitoria di oggi, lunedì 4 luglio, della pm Beatrice Siravo.
Secondo la procura di Cassino, ad uccidere, nel giugno 2001, Serena Mollicone (18 anni) sarebbe stato Marco Mottola. I genitori, Franco e Anna Maria lo avrebbero poi aiutato a occultare il corpo e a coprire il delitto. Il caso di Cronaca Nera potrebbe chiudersi il 15 luglio con la sentenza emessa in Corte d'Assise.
Chiesti 24 anni per Marco Mottola, indagato per l'omicidio di Serena Mollicone
Si è conclusa nel pomeriggio di oggi, nell'aula tribunale di Cassino, la lunga requisitoria del pm Beatrice Sirova nell'ambito del processo sull'omicidio di Serena Mollicone che vede indagate, a vario titolo, cinque persone. In particolare Marco Mottola, il padre Franco - ex maresciallo e comandante della caserma di Arce - e la madre Anna Maria devono rispondere dei reati di omicidio volontario e di concorso in occultamento di cadavere. Il luogotenente Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano, invece, risultano indagati rispettivamente per concorso esterno in omicidio ed istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzino e per favoreggiamento.
Il pubblico ministero ha chiesto per Marco Mottola 24 anni, 30 anni per papà Franco, 21 anni per mamma Anna Maria, 15 anni per Quatrale e quattro anni per Suprano. Venerdì 1° luglio, la pm, aveva indicato Marco Mottola come l'autore dell'omicidio. Oggi ha precisato che le dichiarazioni rilasciate dal giovane relativamente alla rottura della porta - considerata arma del delitto - non possono ritenersi attendibili.
"Come si fa - ha incalzato - a non ricordarsi di avere rotto la porta". Contraddizioni in tal senso sarebbero state riscontrate anche nella deposizione di Anna Maria Mottola. La mamma di marco, infatti, davanti agli inquirenti spiegò di non aver mai visto l'infisso danneggiato. Alla donna addetta alle pulizie nella caserma di Arce, Rosa Mirarchi, invece, raccontò l'opposto.
Il caso Serena Mollicone come quello di Marco
Nel corso dell'udienza ha preso la parola anche la pm Carmen Fusco. Dopo essersi soffermata sul profilo soggettivo della vicenda, ha ricordato che Marco Mottola era uscito dalla stazione dei carabinieri alle ore 11:45 del 1° giugno, poi, al fine di costruirsi un alibi si sarebbe fatto vedere in pubblico. Le fasi immediatamente successive all'omicidio di Serena Mollicone sarebbero state gestite, secondo la sua ricostruzione, dal padre maresciallo.
Quindi, evidenziando la posizione di garanzia della famiglia Mottola sulla 18enne, ha fatto riferimento al precedente giurisprudenziale del 2021 a seguito del delitto del ventenne Marco Vannini, dove i Ciontoli ebbero una condanna per concorso in omicidio.
"I Mottola - ha proseguito - avrebbero dovuto soccorrerla [...]. Solo loro avrebbero potuto salvarla".
Alla requisitoria, oggi, hanno assistito anche i Mottola. All'uscita del tribunale di Cassino, l'ex comandante dell'Arma ha ribadito quanto sostenuto in questi anni: "Siamo innocenti e questo non cambia."