Quando si intraprende un qualsiasi mestiere, la gavetta è sempre necessaria. Questo vale anche nel mondo del Cinema e i film pullulano di comparse, di comprimari, e magari anche di piccoli ruoli, con pochissime battute, ruoli per niente fondamentali, o forse sì. Un gioco che tutti i cinefili possono fare è provare a scoprire questi ruoli minori, in alcuni casi davvero inconsistenti, per trovare magari una piccola impronta del proprio beniamino.

Non si tratta di una comparsata, ma decisamente di un ruolo minore precedente a quello per cui sarebbe diventato celebre: Bill Murray ha recitato in "Tootsie" al fianco di Dustin Hoffman, il suo ruolo era quello dell'amico e consigliere, ma ancora Murray non era il genio della risata di "Ghostbuster" e di "Ricomincio da capo" e neppure l'attore incompreso di "Lost in translation" e dei ruoli d'essai nei film di Wes Anderson.

Ma già in "Tootsie", che non rappresenta esattamente il suo esordio cinematografico, si può intravedere la sua grandezza.

Ugualmente, non proprio ai suoi esordi, Steve Buscemi interpretò il cabarettista fascinoso in "New York Stories". Il suo è un ruolo fondamentale, che spinge alla gelosia per Rosanna Arquette il personaggio di Nick Nolte. Sarà poi merito di Quentin Tarantino e dei fratelli Joel ed Ethan Coen svelare al mondo il talento di Buscemi.

A proposito della Arquette, è Giancarlo Esposito l'ambulante in cui incappa mentre sta pedinando Madonna in "Cercasi Susan Disperatamente". Esposito, afroamericano con cittadinanza italiana, fa una comparsata anche in "Una poltrona per due" di John Landis: è uno dei carcerati afroamericani che Eddie Murphy incontra dopo essere stato arrestato e al quale mostra la "tecnica del mezzo litro".

Questo ben prima di divenire attore feticcio per Spike Lee e il detective de "I soliti sospetti".

Un ruolo da comparsa, importante però per lo sviluppo della storia è quello di Willem Dafoe che Susan Sarandon incontra durante il suo delirio vampiresco in "Miriam si sveglia a mezzanotte" di Tony Scott. A testimoniare che probabilmente è necessario partire dal "basso", anche se in una pellicola di culto, per poi diventare dei grandi.