Dopo essere stato in vetta alle classifiche dei libri più venduti per 26 settimane nel 2008, il romanzo "L'ospite" diventata un film, da poco sbarcato nelle sale cinematografiche italiane. Dopo il successo strepitoso della saga di "Twilight", la scrittrice statunitense Stephenie Meyer ha continuato a scrivere per adolescenti (e non solo) intrigati dai misteri, dal paranormale e con una spiccata inclinazione al romanticismo. Dopo la fortunata saga dedicata ai vampiri, l'attenzione della Meyer si è spostata sugli alieni, protagonisti della storia "L'ospite", in cui vediamo appunto una creatura proveniente dallo spazio, l''"Anima" chiamata Viandante, a condividere il corpo con una ragazza terrestre, Melanie Stryder, e a vivere con lei una serie di avventurose vicende tra fantascienza e thriller.

Dopo aver prodotto da sé l'ultimo episodio cinematografico della saga vampiresca, "Breaking dawn", Stephenie Meyer offre semplicemente il soggetto a "The host", che viene prodotto da Ray Angelic e Claudia Bluemhuber, oltre che sceneggiato e diretto da Andrew Niccol. Nonostante la storia di "The host" si innesti in un mondo del tutto distinto da quello di "Twilight", la nuova storia può essere riconosciuta come una produzione della Meyer anche da un miglio di distanza. Le due storie hanno innanzitutto in comune il gusto per un paranormale "addomesticato" e fanno leva su un elemento tradizionalmente perturbante (il vampiro prima, l'alieno poi) rendendolo appunto domestico, familiare e perfino desiderabile.

Il vampiro, tradizionalmente incarnazione del male, signore della notte, predatore senza scrupoli e animalesco, intimamente ammanicato col diavolo, diventa un affascinante e cordiale damerino che luccica splendidamente al sole. Il meccanismo della Meyer si è rivelato del tutto incapace di mettere d'accordo critica e botteghino, e tale continua ad essere, ma ha dimostrato un'indiscutibile efficacia suggestiva soprattutto sulla fascia adolescenziale del pubblico, proprio grazie allo stratagemma del terrificante addolcito, che soddisfa entrambi i gusti contrastanti che spesso animano i lettori, quello per l'orrido e quello per il lieto fine.

"The host" si inscrive da subito, ovviamente, nella stessa scia del suo vampiresco fratello maggiore. Anche da un punto di vista grafico, la produzione cinematografica sembra voler continuare a cavalcare quell'onda, presentando una locandina che è quasi il calco delle precedenti, con la protagonista femminile fiancheggiata da due baldi giovani (in controluce sembra di vedere, dal punto di vista compositivo ma anche nelle tipologie fisiche, Bella Swan e i suoi due spasimanti, Edward Cullen e Jacob Black).

Tuttavia, nonostante la volontà abbastanza evidente di ricalcare il successo precedente, la nuova storia sfornata dalla Meyer sembra meno fortunata della saga di "Twilight". Dopo avere scatenato la moda del vampiro buono e bello, la scrittrice sembra restarne quasi intrappolata. Di certo, per quanto possa dedicarsi a storie diverse e in futuro, chissà, forse anche letterariamente più elevate, il suo nome rimane e rimarrà sempre associato primariamente e quasi esclusivamente alle vicende della luccicante e poco sanguinaria famiglia Cullen.