Il 18 luglio scorso, alla presenza delle autorità locali di Porto Ercole, in provincia di Grosseto, è stato inaugurato il Parco monumentale funerario del celebre pittore lombardo Michelangelo Merisi o Amerighi, detto il Caravaggio. Ed è stata l'ennesima occasione per rinfocolare le polemiche sull'attendibilità dei resti umani dell'artista del '600 ritrovati -sembrerebbe- durante i lavori stradali e di giardinaggio nel luogo d'un piccolo cimitero nel 1956. Si tratterebbe, per gli antagonisti, di marketing di bassa lega per attirare turisti, fare cassa e tentare di mordere la crisi finanziaria.

Secondo Vincenzo Pacelli, professore dell'Università di Napoli (ed esperto del Merisi), la documentazione dell'Archivio di Stato e dell'Archivio Vaticano collocano la morte del pittore sulla riva laziale di Palo di Ladispoli, dove muore assassinato dagli emissari dei cavalieri di Malta, col tacito consenso della Curia romana. Scettico è pure Tommaso Montanari, docente di Storia dell'Arte all'Università di Napoli, il quale pare sia stato querelato dal signor Silvano Vinceti.

Silvano Vinceti è un convinto sostenitore del ritrovamento dei frammenti delle ossa di Caravaggio e fa il presidente d'una associazione privata, facilmente, impegnata per la valorizzazione dei Beni culturali. Per tale impegno e competenza viene nominato, dall'amministrazione comunale, presidente della neo Fondazione Caravaggio; ricevendo all'incirca 65mila euro (delibera n.

100 del 20 giugno scorso) per la costruzione del sarcofago per infilarci dentro i resti, attribuiti al Merisi, individuati tra i 200 scheletri nell'ossario della chiesa di Porto Sant'Ercole. Insieme all'altro promotore, il sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli (già comunista ed oggi Nuovo Centro Destra), porta a conclusione il Parco monumentale funerario del Caravaggio.

E se si trattasse d'una bufala come quella delle false teste del Modigliani fatte spuntare dai fossi livornesi (e siamo ancora in Toscana) nella calda estate del 1984?

I propugnatori di questa precipitosa ed incandescente iniziativa saldano le proprie convinzioni su certe analisi universitarie: la datazione stabilita col metodo di carbonio 14 che ha riscontrato sulle ossa un elevato contenuto di piombo e di mercurio, che all'epoca si usavano per preparare i colori; ed il dna (analisi genetica) confrontato -quelli diretti non sono stati trovati- con i presunti discendenti del pittore.

I frammenti ossei sarebbero compatibili all'85% con il Merisi. Per il restante 15% deve intendersi soltanto una questione di fede. Con ironia qualcuno ha ricordato che la compatibilità del dna di una scimmia con quello dell'individuo è ben al di sopra dell'85%. E non dovrebbe essere escluso che in autunno prossimo entrerà, a gamba tesa, anche la Magistratura. Potrebbe contrapporre alla valenza scientifica la documentazione consultata dal professore Pacelli; stabilire qual è la percentuale scientifica che di diritto può modificare i libri di storia delle scuole pubbliche e private, guide turistiche, ecc. Inoltre, manca ancora una pubblicazione scientifica ed una ricerca storica-archeologica definitiva nelle zone cimiteriali.

E' davvero materia incandescente. Come la pittura del Caravaggio che nasce a Milano nel 1571 e conduce una vita sregolata. Ma che con la propria arte influenzerà i posteri. La presenza del Caravaggio in Toscana verrebbe certificata da una confraternita locale che lo prese in cura nel sanatorio dove morì, di malaria, il 18 luglio 1610. E se la storia è verosimile fu seppellito nel cimitero di San Sebastiano.