E' entrato in vigore nel 2011, ma la sua applicazione era stata rimandata per motivazioni tecniche. Ora però il tempo è scaduto e l'ANICA lancia l'allarme: d'ora in avanti in Italia non sarà più possibile effettuare riprese utilizzando armi. Niente più scene poliziesche, di guerra o sparatorie. Il mondo del Cinema è letteralmente nel panico, anche in relazione alle numerose produzioni estere che rischiano di dover essere interrotte. La più importante delle quali è senz'altro il prossimo film di James Bond, che sarà parzialmente girato a Roma.

Il motivo risiede nel Dlgs 204/2010, che ha introdotto delle nuove disposizioni sulle armi per uso scenico, le quali, è bene specificare, sono armi reali appositamente modificate per permettere il solo uso con munizioni da salve.

La norma originaria è semplice e tutto sommato razionale, ma come sempre ci hanno pensato i burocrati a stravolgerne l'applicazione.

Era infatti il 2011 quando a Roma partì un maxi-sequestro di armi sceniche detenute da una nota società da decenni nel settore cinematografico. L'accusa sarebbe stata di non aver correttamente modificato le armi utilizzate, le quali avrebbero potuto essere facilmente riconvertite in armi reali. A seguito dell'evento diverse società domandarono quindi al ministero dell'interno quali fossero le corrette procedure di trasformazione delle armi.

Il ministero si rivolse alla CCCCA (Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi, organo fortunatamente oggi soppresso), la quale predispose delle linee tecniche di difficile, se non impossibile, applicazione.

In particolare le misure ideate, oltre a non comportare nessun particolare vantaggio in termini di sicurezza e ad essere materialmente complicate da eseguire, possono compromettere il corretto funzionamento delle armi modificate.

Essendo chiaro fin da subito che tali misure sarebbero state di difficile applicazione, il ministero dispose una proroga durante la quale continuare ad utilizzare le armi già predisposte per le scene.

E il settore poté riprendere il lavoro. Oggi però la proroga è scaduta e quello che prospetta l'ANICA è chiaro: il blocco totale di tutte le produzioni che vedono implicato l'uso di armi nelle scene da girare.

Ancora una volta un settore d'eccellenza nazionale viene messo in crisi dalla burocrazia insensata e, paradossalmente, oggi cominciamo a pagare le conseguenze di un atto proveniente da un organo riconosciuto inutile e soppresso, quale la mai rimpianta CCCCA (attualmente sotto accusa per uno scandalo legato all'introduzione di armi mal verificate dalla stessa). Non rimane che sperare che il ministero voglia disporre delle nuove misure tecniche più verosimilmente applicabili e attente alle esigenze tecniche di chi poi, con questi strumenti, dovrà lavorare.