La nouvelle vague messicana, incarnata dalla triade composta da Alejandro González Inárritu (Premio Oscar per "Birdman" l'anno scorso), Alfonso Cuarón (presidente di giuria dell'ultimo festival di Venezia, regista di "Gravity") e Guillermo del Toro (autore dell'indimenticabile "Il labirinto del Fauno"), ha dato al mondo un nuovo esemplaredi maestria cinematografica dal titolo "Crimson Peak", diretto dall'ultimo dei tre, ma realizzato anche grazie ai consigli, spesso spietati, degli altri due. Si tratta di un horror gotico che riassume tutte le ossessioni tematiche e stilistiche del suo autore, dai fantasmi ai meccanismi a orologeria, dalle presenze mostruose e sotterranee ai luoghi tetri e gremiti di segreti.
Protagonista è una giovane e diafana fanciulla di nome Edith,che nella New York di inizio Novecento non si trovagranché bene: vive nell'agio, ma soffre per la perdita della madre (che continua a farle compagniacome fantasmaticapresenza) e per l'indifferenza che gli altri sembrano mostrare nei confronti verso i suoi interessi e il suo talento letterario, che lei confida di perfezionare nell'ambito del genere gotico e fantastico. Quando l'affascinante aristocratico britannico Thomas Sharpe, come lei eccentrico e intellettuale,le si offre come pretendente, Edith, intuendo una promessa di felicità, accetta impetuosamente e parte subito al seguito del raffinato straniero. Ad attenderli, nella Cumbria, c'è il castello di famiglia,edificio fastoso e fosco, affondato nell'argilla rossa (dalla quale prende il nome) e custode delle ricchezze di una casata nobiliare decaduta, il cui irripetibile splendore rivive oramai solo nelle sue stanze ammuffite e nei suoi segreti recessi.
Horror eroticoe terrifico sui fantasmi dentro e fuori di noi
Nel ruolo della giovane scrittrice Edith, apparentemente inesperta delle cose del mondo e digiuna di vita, è perfetta Mia Wasikowska, attrice australiana dal pallore pulsante, specializzata in figure femminilitimide in superficie, ma più profondamente vibratili e audaci: al suo fianco, nel ruolo del marito schiacciato dalla storia famigliare, c'è l'inglese Tom Hiddleston, che dota il suo mestopersonaggio di elegante alterità e di sottile, evocativa malinconia.
All'altro vertice del triangolo c'è, invece, Jessica Chastain, abile interprete del personaggio umanamente più disturbante, la subdola e manipolatriceLucille Sharpe, sorella di Thomas. La realtà parallela che Guillermo del Toro, grazie ai suoi attori e alla magnifica fotografia, ricostruisce sullo schermo ha una sua plasticità visiva, è un universo tattile ed erotizzato:i personaggi sono corpi innervati di pulsioni e desideri, ostaggi di un inconscio tumultuoso e scomodo che si specchia nell'altalena macabra dimostri e fantasmi, materializzazioni spettrali di colpe e bassezze molto umane.
Nell'ultimo film, da giovedì 22 ottobre in tutte le sale italiane, nato dal genio oniricoe tormentato del cineastamessicano, si compenetrano così immaginario fiabesco e grammatiche della psiche, in una danza colta e spaventosa di ossessioni contemporanee,vividenonostante la patina vittoriana che permea un "fairy-tale" nero, poetico e disperato.