Il momento, infine, è giunto. Dopo una magniloquente corsa pubblicitaria, iniziata il 6 novembre del 2014 (quindi ben più di un anno fa) con l’annuncio ufficiale del titolo riguardante il settimo episodio dell’epopea "starwarsiana", il 16 dicembre del 2015 è approdato in tutte le sale italianeStar Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza. Neanche nel caso dell’ultima trilogia, ovvero quella realizzata tra il 1999 ed il 2005, si assistette ad un movimento mediatico così imponente e di proporzioni epiche come in questa circostanza.
Viceversa, in questi mesi di attesa, il popolo del web è stato capace, fra ampie discussioni ed ardite teorie sui probabili sviluppi di Episodio VII, di trasformare l’uscita di un semplice film in un vero e proprio evento da condividere con gli appassionati e non, della famosa saga intergalattica.
Probabilmente, ciò si è verificato anche grazie alla diffusione planetaria, nell’ultimo decennio, dei molteplici social network e degli svariati canali di comunicazione online quali YouTube, a sostegno dei vecchi media radiotelevisivi. Dunque, con "Il risveglio della Forza", la Disney assieme alla Lucasfilm hanno posto delle solide basi per una nuova trilogia che si dipanerà sino al 2019. L’attesa è già tanta per i prossimi capitoli.
Recensione
Uscendo dalla sala in seguito alla visione di "Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza" non ci si sente eccitati tanto per gli effetti visivi, quanto piuttosto per come J. J. Abrams abbia saputo manipolare magistralmente una materia così delicata come quella della saga ideata da George Lucas.
Di certo, sia la CGI, che il sistema di proiezione IMAX 3D (quest’ultimo in grado di mostrare le immagini con una grandezza ed una risoluzione di gran lunga superiori rispetto ai metodi di proiezione convenzionali) hanno apportato un importante contributo alla riuscita del film. Tuttavia, il creatore della serie di "Lost" è stato capace di non sovvertire le linee guida di Star Wars, e di farle sue per poi generarne un qualcosa di nuovo, ed in cui si percepisse la sua mano, senza tuttavia rinnegare il passato.
Per l’appunto, alla stregua di "una nuova speranza", attraverso una regia pulita ed una trama asciutta e lineare, ma non banale, il film inizia col botto, ha una parte centrale più distesa, che si prende il tempo necessario per presentarci i personaggi, ed infine si conclude epicamente, il tutto ammantato dalle oscure atmosfere del ciclo "starwarsiano" del 2000, fuse con l’umorismo dei film nati a cavallo tra gli anni ‘70 ed ’80, sfruttando in tale maniera alcuni aspetti relativi al meglio dei due filoni cinematografici.
Oltretutto, il regista di "Super 8" ha voluto amalgamare alla computer grafica la maggior quantità di modellini, concrete scenografie, animatronics e costumi di creature aliene, in modo da rendere il tutto il più tangibile possibile, ricalcando in tal modo la vecchia trilogia incominciata nel 1977.
Malgrado ciò, nella pellicola si sente l’impronta narrativa di Abrams (figurante anche tra gli sceneggiatori), in quanto ha introdotto una corposa dose di misteri al racconto (molti dei quali ancora irrisolti), clamorosi colpi di scena, ed è riuscito a dare una spiegazione plausibile e per niente forzata sulle cause scatenanti lo squilibrio della “Forza”.
In merito agli attori, sia la vecchia guardia, che quella esordiente si sono tutti quanti calati ad hoc nelle rispettive parti.
Entrambe si sono contraddistinte per un interessante approfondimento psicologico (Kylo Ren e Han Solo su tutti), ed al contempo hanno mantenuto ancora parecchie zone in ombra che verranno poi sviscerate nei futuri capitoli.Che altro aggiungere: dopotutto è sempre Star Wars, basta solo questo per fiondarsi al Cinema, non credete?