Il film 'Il labirinto del silenzio', in programmazione nei Cinema, ha una valenza storica rilevante almeno per il popolo tedesco e grazie al lavoro eroico del procuratore Johan Radman, che riuscirà a portare alla luce gli orrori di Auschwitz e trascinare in processo 22 criminali implicati nella rete dei campi di sterminio, rappresenta una pietra miliare nella storia della Germania di oggi.
Quello che viene raccontato è lo sforzo compiuto dal procuratore Radman, sostenuto a sua volta dal procuratore generale Fritz Bauer, per trascinare alla sbarra quei soldati che si macchiarono di atti di efferatezza e crudeltà mentre operavano ad Auschwitz.
Il muro di silenzio e di omertà che il giovane avvocato dovrà affrontare è mostruoso e quel che più colpisce è l'elevato numero di persone coinvolte col nazismo e la volontà all'indomani della fine della guerra, di dimenticare il male e gli eccidi orribili compiuti a danno degli innocenti.
Il senso dell'opera
Il regista è Giulio Ricciarelli, ed il film è stato presentato come opera prima da un regista che è nato a Milano , ma vive da molti anni in Germania. La regia impeccabile in un racconto che descrive tutta la sofferenza del protagonista e il suo vivo desiderio di fare giustizia verso un mondo che ha invece cercato di tacere, rende quest'opera una narrazione pulsante e via via carica di tensione e in questa ricerca dei criminali s'intrecciano le vite di altre tre persone.
Spicca fra tutti quel Simon che finisce ad Aushwitz e inconsapevolmente consegna le sue gemelline nelle mani del medico Mengele, noto sperimentatore di farmaci e di sevizie di ogni genere.
Se si pensa che la storia abbia una sua etica, che nei destini degli uomini funzioni una sorta di riconoscimento nei riguardi di chi si sacrifica, ci si illude.
I destini delle vittime e dei torturatori s'intrecciano costantemente nel corso della narrazione e a volte i criminali hanno vissuto lunghe vite e piene di soddisfazioni, ma quello che è più sconcertante rimangono con la loro spavalderia e con la più totale assenza di rimorsi .
Con questo lavoro la figura dell'avvocato troverà un riscatto, e solo alla fine, dopo una montagna di dinieghi e di egoismo, anch'essa riceverà una ricompensa.
Il processo di Aushwitz, ed esattamente il secondo processo acquista una dolorosa valenza morale. Il male viene in parte eliminato, ma il criminale, dove può, continua a vivere sereno ed indisturbato.