"Clarabella" è lo pseudonimo di una blogger che ha voluto una giovinezza avventurosa: zaino in spalla; caccia di vitto e alloggio a basso costo; una galleria d'incontri allucinanti, nel calderone della grande città. Ha imparato l'inglese, un poco d'ebraico e sta studiando l'arabo. Il suo blog (sulla piattaforma Libero.it ) s'intitola "BLOGBANNATO2": è il terzo tentativo di sopravvivere alla censura sul web.

Attualmente, vive in provincia di Brescia- ma senza rinunciare al mordente. Anche se portafoglio gonfio è attraente per chi ha sperimentato la vita da senzatetto, "Clarabella" non si trasformerà mai in una borghese snob e annoiata.

E lo sa. Tant'è che ha deciso di condividere la propria, stralunatissima vita in un'autobiografia pulp pubblicata in proprio:"1, 2, 3... Pronti per il Pianeta Sballo".

Cos'è il Pianeta Sballo

Il libro comincia con una considerazione sui fiocchi di neve: pare che non ne esista uno uguale all'altro, ma verificare la cosa sarebbe un'impresa mastodontica. "Clarabella", a suo modo, ha provato a compierla. I suoi "fiocchi di neve" sono le anime umane.

Il "Pianeta Sballo" non è altro che la cara, vecchia Terra. E' il mare di umanità stagnante negli psicofarmaci, nella sporcizia e nel grasso - lo scudo di chi si sente un fallito. E' l'alloggio microscopico e fatiscente, con un housekeeper che c'è solo per compiere riti satanici e molestare sessualmente.

Nel centro di Londra, purtroppo, alloggiare a basso prezzo significa questo.

Nei viaggi di "Clarabella", ovviamente, ha avuto posto quel sogno americano intramontabile per l'Italia. Per lei, esso si è concretizzato nel lavoro presso un campus gestito da ebrei statunitensi. Quella diventa "THE LONG PORNO SUMMER", un coacervo di episodi davanti ai quali il "Decameron" è letteratura per educande.

Le poche persone con qualche pudore e/o sentimento devono affrontare il cinismo del restante zoo umano.

Arrivano le grandi contraddizioni degli USA, dove è più difficile comprare alcoolici che armi, dove si è tutti liberi di frugare nella spazzatura. Poi,l'esperienza in Israele, altro mito occidentale:"Clarabella" alloggia inun kibbutz.

Qui fa l'amara scoperta di come si comportino, a casa propria, le tradizionali vittime dell'Olocausto coi non-ebrei: maleducazione, risatine sprezzanti, commenti sulla "puzza" degli arabi.

Non si salvano nemmeno inglesi, italiani, donnette di chiesa, ninfomani, preti, maniaci, albanesi, francesi, gay, etero.Non si salva nessuno dalla penna di "Clarabella". Perché, quando ci si ritrova con un coltello alla gola o ci si accapiglia con una zingara per fame, la voglia di"politically correct"non trova molto posto.

L' a-morale della storia

Il finale dell'autobiografia è come tutto il resto: a sorpresa. Perché non è colpa di nessuno se questo mondo è pazzo e gli angeli si trovano solo per la strada o in appartamenti marci.

O in un prete folle, sboccato e carismatico. In fondo al labirinto di un'esistenza testarda, si può incontrare qualunque cosa: anche il senso della vita.

Alla conclusione delle proprie avventure, "Clarabella" si ritrova come il Distruttore, figlio del dio Sole, in una leggenda Navajo: scopre di non poter uccidere le quattro streghe di nome Freddo, Fame, Povertà e Morte. Perché esse fanno parte dell'ordine universale e sono coloro che l'hanno guidata a buon porto. Può solo dire, con la propria solita e incredibile sfrontatezza: "Io rivivrei tutto da capo!"