Due articoli usciti giorni fa su Blasting Newsriportano con evidenza le affermazioni "di uno scienziato" che ha avuto rapporti in passato col programma statunitense SETI (Search of ExtraTerrestrial Intelligence) e che, in assoluta buona fede, avverte che tentare un incontro alieno è pericoloso per l'Umanità. Il tema tocca un elemento di fondo della nostra vita: l'innato interesse dell'uomo di scoprire nuovi mondi. Il problema però è verificare se chi parla ha la competenza scientifica che giustifichi un giudizio così delicato, o se piuttosto sia soltanto una degnissima persona il cui parere vale quanto quello del nostro fruttivendolo.
Nel caso specifico la persona indicata come "scienziato e fondatore responsabile" del SETI, scienziato non è perché fa, da sempre, ben altro mestiere. Sul sito ufficiale del SETI Institute ("seti.org") cliccando su "ricerca" il nome del sedicente fondatore John Gertz riporta "Trustee Emeritus, Former Chairman John Gertz is the president and CEO of Zorro Productions, Inc., which he founded in (...) Gertz is an avid amateur astronomer, past-president of the Berkeley Jewish ...". Si tratta quindi di un personaggio eclettico, ex gestore amministrativo di SETI, che ha fatto molte cose nella vita, inclusi molti films su Zorro (anche i due con Banderas), ma che è soltanto un astronomo amatoriale, quindi senza una accuratapreparazione scientifica.
Gertz sul tema degli incontri con gli alieni ha espresso un parere, lecito come per chiunque, ma senza alcun crisma di supporto scientifico. E' bene tenerlo a mente evitando che i giornalisti, anch'essi in buona fede, assegnino patenti professionali a chi non le ha generando panico potenziale tra i lettori.
Gli alieni esistono?Se si vanno contattati?
Andiamo al vero tema della questione: gli alieni esistono? Anche se ancora oggi non ci sono prove concrete e certe della loro esistenza, cioè verificate dalla Scienza, e meno ancora ci sono prove serie che si siano fatti vivi, la statistica porterebbe a dire si. La nostra Galassia contiene cento miliardi di stelle ed esistono milioni di galassie; quindi statisticamente si può dire che pianeti con una vita simile a quella della Terra esistono certamente, pochi o molti che siano.
Da anni ormai gli astronomi scoprono stelle con sistemi planetari simili al nostro dove è presente almeno un pianeta alla buona distanza dalla sua stella per avere acqua (base della vita) e la giusta temperatura perché la vita nasca ed evolva nel tempo. Quindi la logica porta a dire che non siamo soli nell'Universo; ora si pone il problema sollevato dal nostro astronomo amatoriale: gli alieni vanno contattati? Costituiscono un pericolo?
La prima domanda non ha senso: stiamo già inviando messaggi nel cosmo, peraltro senza successo, da quasi trent'anni. In secondo luogo è verosimile che qualunque alieno che vive in un altro mondo ha certamente lo stesso interesse degli umani verso la scoperta di vita nel cosmo.
Di conseguenza, se esiste, anche lui sta inviando segnali alla ricerca di una risposta.
La domanda da porsi è se nelle due realtà così lontane le due "razze", umani ed alieni, hanno raggiunto lo stesso livello tecnologico. Se "gli altri" così come noi sono in grado di lanciare segnali nello spazio l'unica cosa che ci divide è la distanza e il fatto che la radiazione si muove a velocità fissa di 300 mila km al secondo per cui ci vogliono lustri o secoli affinché un segnale lanciato da una stella lontana arrivi sino alla Terra.
Non è difficile capire che quindi, presto o tardi, se le leggi fisiche lo consentono, l'incontro ci sarà; quindi è meglio prepararsi senza patemi d'animo, ma con spirito aperto.
Peraltro sorge un dubbio, se gli alieni sono più sviluppati di noi e possono in qualche modo vedere cosa succede sulla Terra, è proprio sicuro che abbiano voglia di contattarci? Alieni si, ma mica scemi.