Pochi giorni fa, con un tweet ufficiale, il Primo Ministro indianoNarendra Modi si è congratulato con gli scienziati ed i tecnici dell'Indian Space Research Organization(ISRO) per il successo legato al primo volo dello "Space Shuttle indigeno". Lanciato da un'isola a sud-est dello Stato Andhra Pradesh, l'esperimento ha riguardato, per ora, un modello in scala, cinque volte più piccolo della navetta che verrà utilizzata in futuro per ospitare un intero equipaggio. Lo Shuttle "in miniatura" ha raggiunto la quota di 70 km prima di ricadere nel mare del Bengala.
RLV-TD, questo il nome del prototipo, sta per "Launch Vehicle-Technology Demonstrator". Dunque è un "dimostratore" che certifica le competenze tecniche dell'ISRO e si presenta come una delle possibili soluzioni utili per colmare il buco lasciato nel settore dei voli umani, in seguito alla fine dei lanci dello Space Shuttle statunitense verso la Stazione Spaziale ISS.
L'India si lancia nella competizione commerciale spaziale
L'operazione nasce per presentare l'India come competitore nelle iniziative commerciali dei miliardari USA Bezos e Musk,le cui compagnie hanno realizzato vettori riutilizzabili il cui primo stadio rientra, senza danni, sulla Terra, riducendo così i costi dei lanci e aprendo un'era "commerciale" a basso costo per la conquista e la colonizzazione dello spazio.
Per terminare le operazioni di test, l'India ha programmato di far partire altri due prototipi in scala, in modo da verificare il corretto funzionamento di tutta la strumentazione di bordo. Tenendo conto di queste esperienze, l'ISRO intende realizzare il modello finale con equipaggio umano, il cui primo volo avverrà entro il 2030.
Gli indiani, già nel 2014 hanno inviato, con successo,una sonda verso Marte, mostrando di possedere le capacità tecniche ed operative per gestire operazioni spaziali complesse. Con la nuova navetta si propongono di entrare in un mercato sempre più ricco, per soddisfare una domanda crescente, rivolta soprattutto verso i medi e piccoli satelliti che pesano meno di una tonnellata.
Finora, l'India si è inserita in questo settore con vettori di media dimensione, competitivi da tempo con quelli statunitensi, e con il razzo europeo VEGA, per larga parte italiano
La competizione internazionale si sta facendo sempre più dura, e l'Europa cerca di adeguarsi e di mantenere il suo secondo posto, grazie soprattutto al significativo sostegno economico garantito dai governi attraverso le agenzie spaziali nazionali. D'altra parte, il "gioco vale la candela", visto che il mercato spaziale dei satelliti si aggira intorno ai 210 miliardi di dollari, con oltre 6 miliardi relativi ai costi complessivi dei lanci.
C'è solo da chiedersi come si assesterà, nei prossimi anni, questo mercato, e quale ruolo riusciranno a giocare gli attori più importanti, viste le capacità tecniche e l'aggressività dei paesi emergenti. Ancora più oscuro appare oggi il ruolo dell'Italia, considerando la sua ridotta capacità negoziale e la scarsità di fondi rispetto ai nostri competitori diretti.