Era il 9 ottobre 1940. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, con l’Inghilterra sotto assedio, in una Liverpool vittima di un ennesimo raid aereo tedesco, al Maternity Hospital di Oxford Stree, Julia Lennon dà alla luce John Winston (secondo nome in onore dello statista Churchill), figlio suo e di Alfred Lennon. Un bambino come tanti, capace però di segnare un’epoca.

L'infanzia di John è segnata dalle controversie familiari. I genitori si separano, ha appena 5 anni e viene affidato alla zia Mimi. Dopo aver terminato i 5 anni delle elementari, dove già maestro e preside notano la personalità eclettica e creativa del bambino, la zia, notando il talento artistico del nipote, lo iscrive al Liverpool College of Art.

Parallelamente, John coltiva la passione della musica, grazie all’ascolto di Bill Haley e Elvis Presley, e di una chitarra regalatagli dalla madre. Madre che da lì a poco viene a mancare, investita da un’auto guidata da un poliziotto ubriaco. Una perdita gravissima per un Lennon ancora adolescente, una ferita mai del tutto rimarginata.

Il destino è spesso cinico, spietato, ma equo.Toglie tanto, ma a volte restituisce. In un’altalena tra delusioni e sogni, a meno di un anno dalla scomparsa della madre, John incontra un giovane chitarrista, che sostiene un provino per i suoi Quarrymen.Il suo nome è Paul McCartney. Il loro incontro fu l’inizio di una idea di musica, fu l’incipit di una pagina dell’arte e della storia moderna.

Il nome "beatles" è stato scelto da John e Stuart Sutcliffe,bassista entrato nella band nei mesi successivi. Il gruppo, col nome che lo ha reso immortale, nasce nel 1960. Il resto è storia. Dallo studio di Abbey Road, al viaggio ad Amburgo, per poi proseguire con le innumerevoli tournee, i Beatles rivoluzionano il modo di fare musica.

Con dischi come Love me do, Please Please me, e singoli come All my long e I wanna be your man, la Beatlemania è la logica conseguenza di un successo senza precendenti e probabilmente senza successori.

Ma ciò che vogliamo fare oggi è rendere omaggio all’uomo (prima ancora che all’artista) John Lennon. Un uomo dalle mille sfaccettature.

Personaggio eclettico, capace di coltivare diversi interessi e di ricevere diversi riconoscimenti in ogni sua attività. Musicista, compositore, scrittore e perfino attore, John Lennon non si è mai precluso nessuno porta, amando svariare nella produzione musicale quanto nella vita. Ama la sua prima moglie, Cynthia Powell, ma cambia rotta dopo il viaggio in India con la band nel 1968. Lì studia la meditazione trascendentale,scopre come la felicità, o quella che definiamo tale,non è che un’insana arma a doppio taglio (di questo periodo è il singolo Happiness is a warm gun), assume un punto di vista rispetto alla vita per lui rivoluzionario, per molti, fan in primis,deleterio. In poco tempo abbandona i Beatles, si dà alla carriera da solista e sposa l'artista d'avanguardia Yoko Ono, con cui instaura un idillio musicale e sentimentale che sembra regalare serenità a John.

Quella che in fondo in tutte le sue tournee non ha fatto altro che cercare, quella che nei suoi testi non ha fatto altro che chiedere.

Una ricerca della felicità a cui nemmeno il successo ha saputo porre freno. Un bisogno di affetto da rintracciare nella perdita prematura della madre, segno indelebile sulla vita di un giovane con un rapporto inesistente con il padre. Perché tutti noi, celebrità o meno, siamo persone, con punti di forza e fragilità, con virtù e vizi. E il grande e povero John Lennon non ha fatto eccezione. Ha solo cercato con insistenza ciò che ogni essere umano ha ma non usa: la felicità, che come lui stesso ha scritto, non è nient’altro che una fredda pistola. Come quella che usò Mark Chapman per ucciderlo, l’8 dicembre 1980.

Era un suo fan, e uccise John per rifarsi delle delusioni che il suo idolo gli stava infliggendo. Idolo che come lui, come tutti, cercava solo un modo per rendere più sopportabile il suo passaggio su questa terra.