"The young pop" Matteo Renzi finirà sulla copertina di Novembre di Rolling Stone Italia. Immortalato con le mani allargate, come se fosse un prete in procinto di benedire i fedeli, quelli che voteranno si al referendum del 4 Dicembre? Il politico toscano non perde il vizio di attirare l'attenzione su di sé. Dopo che l'autorevole Washington Postlo ha definito "master of social media", gli editori della rivista affermano che "ha fatto della comunicazione e dell'ormai inflazionato storytelling il principale strumento politico". E' nata una nuova icona che, come anticipato dagli stralci dell'intervista che sarà pubblicata fra poche settimane, si considera "un ragazzo semplice, di periferia, un boyscout e l'anti rockstar per eccellenza".

L'intervista, la musica e le serie tv preferite

Lo scorso 10 Ottobre a Milano, Rolling Stone ha intervistato il capo del governo sui suoi gusti musicali e televisivi. In anteprima, i lettori hanno saputo che Matteo Renziha "un po' di tutto su Spotify", compresaAndiamo a comandaredi Rovazzi, "l'ultimo di Elio e le storie tese", ma anche "roba di gente che mi detesta tipoVorrei ma non posto" di Fedez e J Ax. Sul fronte delle serie televisive, Renzi ha confidato che "la politica non è quella roba lì di House of cards" e Paolo Sorrentino, regista di The Young Pope,"è un genio, il papa con la Cherry Coke è fantastico e la sua fede mi fa riflettere molto". Poi, ha attaccato "tutti quei politici che vivono nel culto di se stessi e non riescono ad accettare di andare ai giardinetti".

Tutte le anticipazioni rendono gustosa l'attesa che separa dal prossimo numero.

La televisione, la rottamazione e la comunicazione

Matteo Renzi, prima di essere un politico, è una moda. Quella della rottamazione dei vecchi che hanno fallito e delle ideologie del novecento; dei tweet ("Enrico stai sereno") pubblicati e poi sconfessati; della velocità nel riformare la scuola, il lavoro e la Costituzione, spaccando il partito e l'elettorato.

Da giovanissimo, ha partecipato a La Ruota della fortuna di Mike Bongiorno, con gli occhiali da ragioniere e la gioia di chi si sente predestinato. Poi, si fa strada in politica e ovviamente nel mondo della comunicazione. Studia e paga il Giorgio Gori di Berlusconi e Jim Messina, maestro di David Cameron e Barack Obama. Si fa fotografare con il giubbotto allaFonzie diHappy days e va nel salotto da milioni di telespettatori di Barbara d'Urso per parlare alla nazione.Sulla faccia oscura della carriera renziana, il giornalista Davide Vecchi ha scritto con stile anglosassoneIl prezzo del potere e L'intoccabile, libri molto trascurati.

L'Italia, complessata dalla figura del giovane Messia, lo tradirà il 4 Dicembre? Comunque vada, ha cambiato il linguaggio della politica e sarà tutt'altro che passeggero.