Il segretario della Lega Nord ed ex direttore di Radio Padania, Matteo Salvini, ha venduto la storica emittente radiofonica leghista per una cifra che si aggira attorno ai 2 milioni di euro.

Radio Padania Libera, nasce quattro decenni fa quando un gruppo di studenti del liceo classico Cairoli di Varese (fra i quali il futuro ministro dell'Interno Roberto Maroni), esattamente il 28 febbraio del 1976 iniziarono con le trasmissioni ufficiali dalla prima sede di via Walder; si chiamava Radio Varese ma conosciuta anche come La Radio delle Tre Scimmiette.

Nel 1990 viene acquistata da Lega Nord e a ottobre dello stesso anno diviene RadioVarese-Lega Lombarda iniziando ad espandere il raggio di copertura del segnale radiofonico. Il 17 maggio del 1997 prende finalmente il nome attuale di Radio Padania Libera grazie all'idea di Davide Caparini, allora amministratore delegato di Editoriale Nord di Milano. Matteo Salvini poi ne sarà direttore dal 1997 al 1999.

La testata giornalista Italia Oggi riporta che il patron di Rtl 102.5, Lorenzo Suraci, di origini calabresi, ha acquistato la concessione nazionale dell'emittente e gran parte delle attrezzature di trasmissione per una somma di 2,1 milioni di euro. L'emittente, che trasmetteva principalmente programmi e musica per i fedelissimi del Carroccio, ora non vivrà più con il contributo del partito di Salvini ma diventerà una vera e propria radio di territorio trasmettendo solo su frequenze locali.

Suraci è un personaggio noto nell'ambiente radiofonico e non. Il Fatto Quotidiano riporta infatti che fu indagato in un inchiesta giudiziaria diretta dalla Direzione distrettuale antimafia che nel 2014 arrivò persino a perquisire le sedi di Rtl 102.5. Quest'inchiesta era collaterale ad un operazione denominata 'Lybra' la quale lavorava per smantellare la cosca Mancuso.

L'indagine, condotta dai Carabinieri, stava cercando di fare luce su un eventuale rapporto tra l'emittente e la 'ndrangheta avendo scoperto, gli inquirenti, che tale Nicola Tripodi, ritenuto il boss della cosca di Vibo Valentia era anche dipendente della società Gest.i.Tel. Srl, occupantesi della costruzione di apparecchiature per telecomunicazioni e orbitante nel gruppo Rtl.