Radio Padania finisce nelle mani di Lorenzo Suraci, proprietario di Rtl 102.5.

L’imprenditore, classe 1951, è originario di Vibo Valentia: trasferitosi nei primi anni Settanta a Bergamo, Suraci è presidente di un network radiofonico da sette milioni di ascoltatori al giorno ed è membro del Consiglio Generale di Confindustria Radio Tv.

La notizia della cessione era stata anticipata nei giorni scorsi dal quotidiano economico “Italia Oggi”.

Il via libera di Salvini

La Lega Nordperde, dunque, l’ultima parte del sistema mediatico voluto da Umberto Bossi alla fine degli anni Novanta.

Matteo Salvini ha dato il via libera definitivo alla cessione della concessione nazionale al patron di Rtl: Radio Padania si trasformerebbe, secondo fonti contattate dalla agenzia AGI, in una “emittente locale priva di contributi pubblici” capace di sopravvivere a condizioni di mercato.

Dal partito di Salvini filtrano voci che smentiscono le cifre dell’operazione circolate nelle scorse ore: non 2,1 milioni di euro, come sostenuto da quotidiani e siti internet, ma somme decisamente inferiori.

Il sistema mediatico pensato da Bossi ha cominciato a scricchiolare nel 2014 con la chiusura di Tele Padania: nel novembre dello stesso anno ha chiuso anche “La Padania”, storico quotidiano leghista presente nelle edicole dal 1997.

Salvini ha iniziato il suo percorso politico proprio dai microfoni di Radio Padania nel 1997: due anni dopo, la nomina a direttore della emittente (carica mantenuta fino al 2013).

Radio Padania non peserà sulle casse leghiste

La strategia del segretario leghista è quella di puntare su internet e i social media, affidandosi a una squadra di professionisti per la gestione dei profili Facebook e Twitter riconducibili alla Lega Nord.

Risale allo scorso maggio il lancio de “Il Populista”, sito diretto da Alessandro Morelli già successore di Salvini a Radio Padania.

L’emittente radiofonica leghista continuerà dunque a esistere, trasmettendo in streaming e attraverso frequenze locali: l’obiettivo dichiarato è quello dell’autofinanziamento, attraverso ricavi pubblicitari e donazioni, senza interventi finanziari della Lega.

Secondo Giulio Centemero, presidente della società cooperativa editrice di “Radio Padania”, l’emittente punta ad allargare la platea di ascoltatori con la tecnologia digitale.

L’accordo con Suraci andrebbe quindi letto come un tentativo di rilanciare Radio Padania sfruttando le nuove tecnologie e tornando a una dimensione “da radio locale”, priva di aiuti di Stato, soggetta a logiche di mercato comuni a tutte le emittenti.

Il progetto, secondo Centemero, è quello di coprire “tutto il territorio nazionale sfruttando il digitale radiofonico e televisivo che grazie al canale 740 permette la ricezione di Radio Padania” anche nelle zone in passato non raggiungibili con la normale frequenza FM.

Lorenzo Suraci vive a Bergamo da più di quarant’anni anni ma è nato a Vibo Valentia: il fatto che la radio di Bossi sia finita nelle mani di una persona di origini calabresi ha provocato ironie sui social network.