Ha scelto un canale alquanto informale, un blog di arte, e un interlocutore privilegiato, il nipote Dylan, per annunciare il proprio imminente ritiro dalle scene. Tipico di un personaggio schivo e fuori dagli schemi come Robert Redford. Dopo aver compiuto ottanta anni, l'attore ritiene di non avere più molto da dare davanti alla macchina da presa. Per questo i due progetti già in produzione che lo vedranno impegnato come attore, saranno le sue ultime prove in tale veste.

Dopodiché per lui ci sarà spazio solo per la regia ed eventualmente per la pittura, sua antica passione.

Una scelta, quella di Redford che riecheggia analoghe prese di posizione di altri ottuagenari celebri di Hollywood. Con qualche ripensamento, come quello di Clint Eastwood.

Robert Redford: le ultime prove d'attore

Secondo i più accreditati database di cinema, Redford ha due film in uscita, ovvero The Discovery di Charlie McDowell e Our Souls at Night di Ritesh Batra; in quest'ultimo ritroverà Jane Fonda, con cui girò alcuni dei suoi più celebri successi negli anni settanta. Altre due pellicole sono accreditate in preproduzione: The Old Man and the Gun di David Lowery, nel quale reciterà accanto a Casey Affleck, e Heretic di Joshua Marston. Dovrebbero essere questi due i lavori terminali cui fa riferimento Redford nell'intervista.

Incalzato dal nipote in merito alla possibilità di riprendere a dipingere, attività da lui praticata in maniera saltuaria soprattutto in gioventù, l'attore ha specificato: "Sono una persona impaziente, pertanto per me è difficile starmene seduto e ripetere un ciak dopo l'altro. A questo punto della mia vita, a 80 anni, dipingere mi dà maggiore soddisfazione, perché non dipendo da nessuno".

Aggiungendo che, in ambito cinematografico, si concentrerà unicamente sulla regia.

Redford regista

Redford è finora accreditato di dieci regie, a partire dal suo applauditissimo esordio, Gente comune, del 1980. Per quanto riguarda i lavori di fiction è fermo dal 2012, quando diresse il thriller La regola del silenzio. Nel 2014, invece, ha diretto un episodio del documentario collettivo Cattedrali della cultura 3D (gli altri registi furono Karim Aïnouz, Michael Glawogger, Michael Madsen, Margreth Olin e Wim Wenders, promotore del progetto), pellicola dedicata a sei edifici iconici che ospitano centri di cultura e/o di ricerca, in altrettante città del mondo: Redford si dedicò al Salk Institute for Biological Studies di La Jolla, California.

Fu la prima volta in cui il regista si misurò con la stereoscopia. Al momento, non sono stati resi noti eventuali progetti ai quali si starebbe dedicando in vista di un ritorno dietro la macchina da presa. Redford è inoltre tuttora presidente - oltre che fondatore - del Sundance Institute, principale istituzione statunitense dedicata alla promozione e alla valorizzazione del cinema indipendente di tutto il mondo; sotto l'egida del Sundance Institute, a Park City, celebre località sciistica dello Utah, si tiene all'inizio di ogni anno (in concomitanza con l'alta stagione turistica) il Sundance Film Festival, da anni il più importante festival cinematografico del mondo dedicato al cinema prodotto al di fuori di contesti industriali.