Arrivano le vacanze di Natale e i palinsesti televisivi si riempiono di Cinema. Certe tradizioni sono dure a morire: provateci voi a passare queste vacanze di Natale senza imbattervi, per caso o per volontà, in uno di questi classici di stagione.

La vita è meravigliosa di Frank Capra (1946)

Il primo classico natalizio della Storia del Cinema, in cui il positivismo di Capra rivela sottili inquietudini e una vena quasi crepuscolare (James Stewart che tenta il suicidio è un'aggressione allo star system). Sullo sfondo, uno sguardo in tralice al capitalismo.

Una poltrona per due di John Landis (1983)

Il film che ha rielaborato al meglio la lezione di Capra, aggiornandola al rampantismo dell'era Reagan e all'immoralità degli anni Ottanta. La scuola demenziale americana, incarnata da Eddie Murphy, al suo zenit.

Vacanze di Natale di Carlo Vanzina (1983)

Il proto-cinepanettone, non ancora afflitto dai vizi dei suoi epigoni. L'Italia cafona si ritrova a Cortina per Natale, a mostrare il peggio di sé: i Vanzina fotografa(va)no, impietosi.

Gremlins di Joe Dante (1984)

Il film antinatalizio per eccellenza. Protagonisti un loser, una ragazza il cui padre morì calandosi dal camino vestito da Babbo Natale la notte della vigilia di tanti anni fa, e Gizmo, esserino peloso capace di generare dei mostriciattoli rettiliformi schifosi, aggressivi e maleducati.

Alla fine vincono i buoni ma si tifa per i mostriciattoli.

Black Christmas di Bob Clark (1974)

A proposito di antinatale, che ne dite di uno slasher old school? Questo, di produzione canadese, vede un killer accanirsi contro le giovani inquiline di un convitto durante il Natale.

S.O.S. Fantasmi di Richard Donner (1988)

Il canto di Natale di Dickens oggi, con un'impronta - ancora - capriana, soprattutto nella critica al capitalismo.

Speziato da trovate concettuali strepitose (il fantasma del Natale futuro ha una TV al posto del volto che trasmette immagini apocalittiche).

Nightmare Before Christmas di Henry Selick (1993)

La magia dell'animazione a passo uno incontra la poetica dark di Tim Burton e le canzoni di Danny Elfman. L'incompreso Jack Skeletron, che vorrebbe donare al mondo il suo spirito natalizio ma non viene apprezzato, è un'appendice dei tanti freak dell'universo burtoniano.

Babbo Bastardo di Terry Zwigoff (2003)

Cinismo e cattiveria a profusione, tanto che quasi dispiace per la redenzione del protagonista, un alcolizzato costretto a impersonare Babbo Natale per effettuare un colpo. Prima però ci sono 9/10 di film che sono puro nichilismo, e "l'elfo" Marcus, irresistibile concentrato di malvagità.

Tokyo Godfathers di Satoshi Kon (2003)

Alla base ci sono la parabola dei Re Magi e la sua versione western: Three Godfathers di John Ford. Tre homeless di Tokyo trovano una bambina abbandonata e vanno alla ricerca della madre, mentre la città è persa nei festeggiamenti. Da un maestro dell'animazione, una parabola sul perdono e la redenzione.

Joyeux Noël di Christian Carion (2005)

Da un episodio storico realmente accaduto. Durante la Prima guerra mondiale si confrontano le truppe tedesche, francesi e scozzesi. La sera della vigilia accade l'imponderabile: i soldati escono dalle trincee e si ritrovano a fraternizzare gli uni con gli altri, incuranti della "divisa di un altro colore". Ma l'idillio durerà poco.

La promessa dell'assassino di David Cronenberg (2007)

Questo noir sulla mafia russa a Londra è in realtà una gigantesca allegoria della Natività, con l'ostetrica Naomi Watts che si trasforma poco a poco in Madonna e il gangster Viggo Mortensen che assume su di sé il ruolo di Arcangelo Gabriele, prima di riconsegnarsi al suo ruolo di boss della mala.

Racconto di Natale di Arnaud Desplechin (2008)

Dramma da camera, incentrato su una matriarca bisognosa di un trapianto di midollo e i suoi figli, tra i quali c'è l'unico donatore compatibile. Peccato che sia stato ripudiato in gioventù, e che dubbi e rancori mai sopiti rischino di prendere il sopravvento. Il Natale, sullo sfondo, fa da stridente contrappunto.