Nell'aprile del 2017 a Treviso verrà inaugurato il nuovo Museo Nazionale della Collezione Salce. Si tratta della più importante collezione in Italia, e di una delle più importanti in Europa, di affiches e manifesti d’epoca, che vanta ben 24.580 pezzi. La direttrice del museo, Marta Mazza, ci racconta nel dettaglio questo grande cantiere.

Come è nata la collezione Salce e quali sono i pezzi più importanti che vedremo da aprile a Treviso?

La Collezione Salce è il frutto dell'entusiasmo del collezionista trevigiano Nando Salce, che comprò il suo primo manifesto nel 1895, all'età di 17 anni, e continuò ad acquisirne per tutta la vita, fino alla scomparsa nel 1962.

Con atto testamentario, la Collezione fu donata allo Stato perché servisse "a conoscenza e studio di studenti e appassionati". Constava di oltre 25 mila pezzi tra cartelloni, manifesti e locandine. I pezzi che vedremo a Treviso in aprile sono ascrivibili alla stagione d'oro dell'affiche, dall'ultimo decennio dell'Ottocento fino alla vigilia della prima guerra mondiale e sono caratterizzati da coinvolgente spettacolarità: dimensionale, decorativa, cromatica.

In che modo è stata pensata la collocazione di manifesti e affiches nelle sedi dell'ex Chiesa di Santa Margherita e del complesso di San Gaetano?

Le sedi che ospiteranno il Museo Nazionale Collezione Salce sono immobili demaniali dati in disponibilità al Ministero per i beni e le attività culturali, che li ha restaurati ad hoc.

Gli spazi annessi alla Chiesa di San Gaetano costituiranno il primo nucleo espositivo, dove i manifesti saranno proposti a rotazione ogni 4 mesi: si rispetteranno così le esigenze conservative - i materiali cartacei non possono rimanere esposti a lungo - e si mostrerà ogni anno un consistente numero di opere. L'ex Chiesa di Santa Margherita invece è destinata ad ospitare anche i moderni depositi per i materiali e ad essere sede di spazi laboratoriali per la ricerca; tali funzioni saranno poi integrate anche con esposizioni, specie dei materiali di gradissimo formato che in San Gaetano non risultano proponibili.

La prima delle tre mostre che fanno onore a questa nuova prestigiosa apertura è dedicata ai manifesti della Belle Epoque. Quali opere faranno la parte del leone?

Tra le opere scelte per l'esposizione inaugurale ci sono molti splendidi manifesti di Leonetto Cappiello, opere del periodo parigino mai viste prima d'ora; e ancora opere di Hohenstein, Metlicovitz, Dudovich, Mazza, Villa, Terzi, ovvero tutti i gradi protagonisti della grande stagione della grafica pubblicitaria.

Non mancheranno firme straniere - Alfons Mucha naturalmente e Chéret, ma anche o statunitense Bradley e i maestri della Secessione viennese - e ci sarà spazio anche per Giovanni Maria Mataloni, l'autore del manifesto che segnò l'inizio dell'attività collezionistica di Salce.

Come sarà pensata l'istallazione di "La Belle Epoque"?

Nonostante gli spazi museali siano piuttosto raccolti, si darà spazio al cartellonismo di grande dimensione riproponendo l'effetto spettacolare dei muri tappezzati di affiches nelle città in trasformazione tra Otto e Novecento.

Quali saranno per gli utenti i benefici del museo virtuale?

Il Museo virtuale, ovvero la banca dati completa della Collezione, è la vera grande novità di apertura universale per questi materiali.

Fino ad ora era necessario consultare una banca dati piuttosto obsoleta in Treviso ed era difficile soddisfare le moltissime richieste. Oggi finalmente chiunque - come da testamento di Salce - potrà navigare nell'immenso mare della grafica pubblicitaria e, grazie ai criteri di ricerca impostati, rinvenire con facilità i materiali cercati o individuarne altri totalmente inediti, mai prima pubblicati.

Cosa deve aspettarsi il grande pubblico?

Una spettacolare esplosione di forme e colori tale da ricondurre ai fasti di una delle epoche storiche più vitali e seducenti, la cui attrattiva è rinnovata in modo davvero effervescente da materiali potentemente comunicativi come i manifesti.