Giova alla comprensione del mondo odierno, globalizzato dal digitale, essere in grado di riconoscere i modi di comunicare del passato che sono le basi dell' "esperanto 2.0".

Lo stanno facendo a Torino pubblicazioni e mostre sul modello di Les Annales, celebre rivista storiografica che rintraccia nei microcosmi del tempo il significato di un'epoca.

Per esempio: nel Rinascimento i banchieri non erano i top manager di oggi e le differenze di lignaggio erano insormontabili.

Così la rampolla dei banchieri fiorentini Medici, protagonisti di una Fiction tv, la cosiddetta Regina nera, Caterina, portò in simbolico dono di nozze al re di Francia, Enrico di Valois, il giglio di Firenze.

Il fiore, ora anche sul gagliardetto della Fiorentina, fu posto sullo stemma araldico della dinastia francese che attraversò le guerre civili e religiose del '500.

Si tratta di conflitti che ancor oggi terrorizzano la società e l'opinione pubblica che spesso oppone la propria identità nazionale con le proprie radici religiose. Poi Caterina de' Medici sposò Enrico di Borbone che per salire sul trono dovette convertirsi al cattolicesimo, pronunciando la famosa frase: "Parigi val bene una messa".

Per un turismo arricchente

La conoscenza di queste tradizioni arricchisce l'esperienza di un viaggio. Sono curiosità che rendono più affascinante un tour tra i Castelli della Loira o il Palio di Asti, la corsa di cavalli di origine medievale che si svolge ogni settembre.

La stessa operazione si può fare con un tascabile sull'araldica sabauda. Il libro appena pubblicato non è una storia locale, ma un concentrato di varie discipline che va dalla storia dell'arte e alla politica, alla scoperta di un universo ricco di simboli.

Spiega l'autore Fabrizio Antonielli D'Oulx, pur al corrente della fantasia e della simbologia esoterica che infarciscono questi studi, come altre scienze: "Lo stemma di ciascuno di questi borghi racconta un pezzo della storia millenaria del Piemonte, attraverso castelli, torri, corone, sigle, animali, vegetali, croci, ruote, santi, draghi o cornucopie".

I problemi di sempre

Allo stesso modo da questa settimana è visitabile "Momenti di grande e piccola storia” in via Arsenale. Entrambe le iniziative della Regione Piemonte hanno un valore scientifico, perché si fondano su una documentazione storica. Ma gli studiosi sanno come la parabola di una dinastia si inserisca nella geopolitca.

Per loro non ha senso distinguere tra piccola e grande storia.

L'esempio sul grande schermo sono ora i Medici, ma lo furono anche i Savoia, i Borbone con i loro linguaggi e le loro strategie matrimoniali attraverso cui hanno assunto un ruolo da protagonisti. Se le loro vicende diventano oggetto di conoscenza, vanno a comporre un affascinante affresco di storia mondiale.

Nel caso della mostra, si tratta di una serie di pannelli e immagini su Monasterolo Bormida, piccolo pese astigiano, dalla proclamazione del Regno d’Italia all’annessione del Regno delle due Sicilie, dal primo censimento alla Grande Guerra.

Si ripercorrono i momenti comuni a tutte le comunità, passate dalla civiltà contadina alla globalizzazione digitale: dalla costruzione delle infrastrutture fino al Welfaire, per giungere all'ospitalità dei profughi.

Allora erano i reduci dalla disfatta di Caporetto.

Oggi sono i migranti. Perché anche nel secolo scorso dall'Astigiano in grave crisi economica si emigrava in Francia, Argentina, Stati Uniti. La finanza del 2000, di cui si occupa il The New Yorker, è globale ed è distante anni luce dall'economia rurale astigiana, ma da lì si è partiti.