Artista generoso e poco politically correct, è divenuto popolare nel nostro paese per i suoi testi forti e senza metafore; diretto, a volte fin troppo rude nella sua scrittura ha sempre messo al primo posto la sua "verità" ponendo in secondo piano fama e facili guadagni. Ecco l'intervista a povia:

Durante la propaganda referendaria si è schierato apertamente con il fronte del NO. Felice del risultato?

Sì perché la gente ha capito o percepito che la Costituzione è stata scritta nel 48 per difendere i cittadini. Magari qualche piccola revisione ci sta ma cambiare 47 articoli è troppo.

Toglierei il pareggio di bilancio dall'articolo 81, per esempio.

Nei suoi testi lei racconta quasi sempre di problematiche sociali molto scomode. Perché lo fa?

Perché sono un cantautore. Vedo cose nel mondo che mi piacciono e cerco di trasformarle in emozioni. Poi vedo cose che non mi piacciono e le denuncio con la musica.

In Italia ci sono altri suoi colleghi che utilizzano il proprio talento perseguendo uno scopo sociale. A chi è artisticamente più vicino?

Credo ci siano, magari più nell'underground ma non mi viene in mente nessuno che sia chiaro e diretto nei testi. La protesta e la denuncia sono sempre state una cosa di sinistra contro il gran capitalismo. Oggi invece i capitalisti sono più a sinistra.

Come cambiano tempi eh?

San Remo le ha dato la popolarità. Riuscirebbe a ritornare su quel palco così diverso dal suo stile, lontano dal suo credo anti-conformista?

Se ci fosse un direttore artistico coraggioso, non credo avrebbe tanti problemi a mettermi sul palco. Bonolis e la Clerici sono stati coraggiosissimi a portare Luca era gay e La Verità.

Due brani sociali che ancora dividono.

Con il testo “Chi comanda il mondo”, si è visto un Povia diverso che parla di economia e di patriottismo. Ha mai pensato di abbandonare la musica e trasformarsi in politico a tutti gli effetti?

La canzone fa parte del nuovo album " NuovoContrordineMondiale" e si può ordinare a ufficiostampa@povia.net.

Sono 19 brani ed è l'unico disco in Italia che tratta alcuni temi che nessuno ha mai provato a mettere in musica. La mia politica è la mia musica.

In futuro crede di poter ritornare in TV o continueranno ad imbavagliarla?

Non ho il bavaglio, posso dire e cantare ciò che voglio. La Tv? Un autore importante tempo fa mi ha detto: "Sai qual è il tuo problema? È che ti fai capire troppo, sei troppo diretto. Se tu usassi più metafore sarebbe meglio".

Ho sorriso, ha ragione. Sia mai che la gente capisca e poi si apra un dibattito sul debito pubblico fantasma.